Bilancio sempre più tragico degli scontri tra le truppe di Khalifa Haftar e quelle di Fayez al-Sarraj in Libia. Secondo il bilancio diffuso ieri sera dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono almeno 150 i morti e 620 i feriti dell’offensiva lanciata il 4 aprile scorso. Gli scontri hanno inoltre prodotto almeno 18mila sfollati, secondo le stime dell’Onu.
Il crescente numero di morti ha spinto l’Organizzazione mondiale della sanità a schierare team di chirurghi «per sostenere gli ospedali dell’area di Tripoli mentre affrontano il flusso dei casi di emergenza», si legge in un tweet dell’Oms.
Almeno otto ambulanze sono state colpite durante gli scontri nella periferia meridionale della capitale dopo che entrambe le parti hanno ignorato gli appelli internazionali per fermare i combattimenti. L’Oms ha esortato «tutte le parti a esercitare moderazione ed evitare di causare danni collaterali a ospedali, ambulanze e operatori sanitari».
Intanto proseguono gli sforzi diplomatici. Il premier italiano Giuseppe Conte sta intessendo un dialogo serrato con il vicepresidente del Consiglio presidenziale, Ahmed Maitig, e il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohamed al-Thani, cugino dell’emiro Tamim.
I due dirigenti arabi sono alleati da anni sulla scena libica, e in questi ultimi giorni Qatar e governo di Tripoli hanno stretto ancora di più la collaborazione per fronteggiare l’attacco militare dell’esercito del generale Khalifa Haftar che l’inviato speciale dell’Onu, Ghassan Salamé, stamattina ha definito un vero e proprio «colpo di Stato» e non «un’operazione antiterrorismo».