Libia – Due italiani e un canadese rapiti nel Fezzan

di Enrico Casale
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Sono Bruno Cacace, 56enne residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), e Danilo Calonego, 66enne della provincia di Belluno, i due italiani rapiti in Libia. E’ quanto si apprende dai carabinieri del Comando provinciale di Cuneo, che dopo essere stati contattati dalla Farnesina si sono recati presso la sede della ditta per cui lavorano, la Con.I.Cos di Mondovì (Cuneo) e presso l’abitazione di Cacace a Borgo San Dalmazzo.
La municipalità di Ghat, cittadina nel sud-ovest della Libia dove questa mattina sono stati sequestrati due italiani ed un canadese ha reso noto – scrivono i portali Libya Observer e Alwasat – che “i tre non sarebbero stati sequestrati da gruppi che hanno legami con al Qaida ma da un piccolo gruppo di criminali comuni”. La municipalità ha “tenuto una “riunione urgente con tutte le forze della sicurezza e militari della regione per fare il punto sulla situazione e per studiare la zona del sequestro”. Hassan Issa, dell’ufficio stampa del Comune ha aggiunto che “Ghat si è impegnata per ritrovare i tre ed assicurarne il loro ritorno in piena sicurezza”, esprimendo la sua “più ferma condanna” per quanto avvenuto.
Uno dei componenti del consiglio municipale di Ghat, nel sud-ovest della Libia, dove questa mattina sono stati rapiti due italiani ed un canadese, ha riferito al sito Masrawy.com che i tre occidentali “sono stati prelevati da un gruppo di uomini che erano a bordo di due auto. I rapitori hanno aperto il fuoco contro di loro e poi li hanno prelevati”. La stessa fonte ha aggiunto che “l’autista che accompagnava i tre è stato trovato con le mani legate in una zona desertica”. La fonte ha rivelato che a fornire tali particolari sulla dinamica del sequestro sarebbe stato proprio l’autista abbandonato dai sequestratori.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che è a New York per l’Assemblea generale dell’Onu, segue direttamente la vicenda degli italiani sequestrati in Libia. Il premier, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, è in continuo contatto in queste ore con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e l’autorità delegata ai Serivi, il sottosegretario Marco Minniti.
Il ministero è informato di questa vicenda e fin da questa mattina – quando ne ha avuto notizia – sta seguendo gli sviluppi insieme alle altre articolazioni dello Stato.
Secondo quanto si apprende, si lavora con il massimo riserbo tenuto conto della delicatezza della situazione.
“Italiani rapiti all’alba a Ghat” – I due italiani sono stati rapiti all’alba di oggi a Ghat, nel sud della Libia, insieme ad un cittadino canadese. Lo riferisce il sindaco della città di Ghat, Komani Mohamed Saleh al sito arabo Tuniscope. “Sconosciuti hanno sequestrato all’alba un canadese e due italiani”, ha detto. “Si sta lavorando per conoscere il gruppo dei rapitori ed il luogo dove sono stati portati i tre”. Il rapimento non è stato rivendicato da alcuna sigla, ha aggiunto il sito Arabi 24. La città di Ghat si trova sotto il controllo del governo di unità nazionale di Tripoli.
Opera da decenni in Libia, con numerose commesse di ingegneria civile, la Con.I.Cos (Contratti Internazionali Costruzioni) di Mondovì (Cuneo), l’azienda per la quale lavorerebbero i due italiani rapiti. E’ guidata da Giorgio Vinai, che l’ha fondata nel 1977 con Celeste Bongiovanni. Due le sedi centrali: quella di Mondovì, appunto, e quella di Tripoli, dove opera la Libyan Branch.
Copasir si attiva, presto audizioni – Il Copasir si è attivato per assumere informazioni sui due italiani rapiti in Libia. Domani si riunirà l’ufficio di presidenza dell’organismo, che potrebbe decidere di convocare presto in audizione il direttore dell’Aise, Alberto Manenti.
(20/09/2016 Fonte: Ansa)

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