In Libia “dobbiamo preservare, a tutti i costi, la pace” e sarebbe importante rilanciare il processo di Berlino: è quanto ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in una conferenza stampa tenuta a New York.
Rispondendo alla domanda su quale sia la maggiore sfida per il nuovo inviato speciale dell’Onu, Abdoulaye Bathily, nominato a inizio mese, Guterres ha ammesso che “è difficile sapere quale sia la sfida più grande su cui intervenire”. Quindi ha aggiunto: “Dobbiamo preservare a tutti i costi la pace, e questo significa tutelare la pace tra est e ovest, ma anche proteggerla dopo i recenti scontri avvenuti a Tripoli tra le milizie che sostengono (Abdul Hamid) Dbeibah e (Fathi) Bashagha. Quindi, abbiamo bisogno che non ci siano ostilità. Questo è fondamentale”.
Poi, ha proseguito Guterres, “dobbiamo arrivare in tempi rapidi a un accordo, in particolare tra la Camera dei rappresentanti e l’Alto Consiglio, sui cambiamenti che sono necessari, sulle modifiche legali che servono perché possano tenersi le elezioni”. Per il segretario dell’Onu, un accordo tra le due camere libiche “è assolutamente essenziale, perché c’è una questione di legittimità che ora diventa estremamente difficile da risolvere”. Infine, ha concluso, occorre che “tutti gli attori esterni coinvolti siano in grado di sostenere appieno un processo di riconciliazione e il processo di sviluppo politico per arrivare alle elezioni e a un governo legittimo accettato da tutti”.
Interpellato quindi sull’ipotesi di rilanciare il processo di Berlino, riunendo nella capitale tedesca tutti gli attori coinvolti, Guterres ha detto di “incoraggiare con forza” le autorità tedesche perché si concretizzi questa proposta, rimarcando: “Credo che il processo di Berlino sia stato lo strumento internazionale più utile per evitare il peggio. Purtroppo non è stato possibile raggiungere una soluzione completa, ma è stato possibile evitare il peggio”.
La prima conferenza di Berlino si tenne nel gennaio 2020. L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ospitò i leader di 11 Paesi e i due principali leader libici: Fayez Al-Sarraj, presidente del consiglio presidenziale e premier del governo di accordo nazionale riconosciuto dall’Onu, e Khalifa Haftar, l’uomo forte dell’est della Libia. L’ultima conferenza di Berlino si è svolta nel giugno 2021, quando Germania e Nazioni Unite hanno riunito 17 Paesi. In quell’occasione il premier del governo di unità nazionale di Tripoli, Dbeibah, aveva espresso il proprio impegno a tenere le elezioni in programma per il 24 dicembre. Voto che è poi stato rinviato. E a loro volta le potenze coinvolte in Libia si erano nuovamente impegnate ad astenersi dall’interferire negli affari interni della Libia e avevano rinnovato il loro appello alle forze armate straniere e ai “mercenari” a lasciare il Paese. E anche su questo ci sono stati finora pochi progressi.