La guerra civile in Libia continua senza tregua e senza far differenza tra miliziani e civili. «La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) condanna fermamente gli attacchi a tutti gli obiettivi civili, comprese le strutture sanitarie e il personale medico», è quanto scrive l’agenzia delle Nazioni Unite in un comunicato sul proprio sito web precisando di aver «documentato almeno 58 attacchi contro operatori e strutture sanitari nel 2019, fino al 25 ottobre».
L’Unsmil nega inoltre «categoricamente le voci» secondo cui avrebbe ricevuto le coordinate di ospedali e cliniche da campo operanti a Sud di Tripoli e «trasmesse a una delle parti in conflitto». «L’Onu sottolinea che gli attacchi contro i civili e infrastrutture civili violano il diritto umanitario internazionale e i diritti umani e possono costituire crimini di guerra».
In Libia si confrontano sul campo le milizie che hanno le proprie basi nella Tripolitania e si riconoscono nella leadership del presidente Fayez al-Sarraj e quelle provenienti dalla Cirenaica, guidate da Khalifa Haftar. Dietro loro si giocano alleanze internazionali. La Turchia e il Qatar sostengono Tripoli, Egitto, Russia, Emirati arabi uniti sono vicino a Bengasi