Nel corso della sua visita in Sudan, Ciad e Niger, l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Abdoulaye Bathily, ha sottolineato la necessità di un’azione “coordinata” per il ritiro dalla Libia di “combattenti stranieri, forze straniere e mercenari” e di “una maggiore sicurezza alle frontiere” per favorire pace, stabilità, cooperazione e prosperità in Libia come in tutta la regione. Stando a quanto riferito dalla missione Onu (Unsmil) in un comunicato diffuso al termine della prima visita ufficiale di Bathily nei Paesi confinanti con la Libia, tale azione coordinata mira anche a “ridurre i tassi allarmanti del traffico di esseri umani, del contrabbando di armi e droga, delle operazioni minerarie illegali e contribuirà a limitare il movimento degli estremisti”.
Nella nota si sottolinea che l’inviato Onu ha visitato i Paesi confinanti con la Libia “a sostegno del piano d’azione del Comitato militare congiunto 5+5 che ha istituito i Comitati di collegamento Sudan, Ciad e Niger a supporto della piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco, mediato dalle Nazioni Unite, firmato dalle parti libiche nell’ottobre 2020”.
In Sudan, prima tappa del viaggio, Bathily è stato ricevuto dal presidente del Sovrano consiglio di transizione, il generale Abdel Fattah al-Burhan, che ha espresso “il suo sostegno agli sforzi di Unsmil per la pace e la stabilità in Libia, che contribuiranno anche alla stabilità della regione, e ha concordato sul fatto che una delle azioni necessarie per riportare la pace in Libia sia il ritorno di combattenti stranieri, forze straniere e mercenari nei loro Paesi di origine”. A Khartoum l’inviato Onu ha incontrato anche il ministro degli Esteri, Ali Al Sadiq, con cui ha discusso, tra le altre cose, della sicurezza alle frontiere. Quindi è stato ricevuto dal ministro della Difesa, generale Yassin Ibrahim, che ha confermato il proprio impegno a “portare avanti un ritiro coordinato di combattenti stranieri e mercenari dalla Libia e a reintegrare candidati qualificati nelle istituzioni”.
In Ciad, Bathily è stato ricevuto dal presidente di transizione, il generale Mahamat Idriss Deby, che ha espresso apprezzamento per “l’avvio di questa consultazione ad alto livello su una questione strategica importante sia per la Libia che per il Ciad”. Nella nota diffusa dalla missione Onu si sottolineato che Deby “è stato chiaro sul fatto che la pace e la stabilità in Libia sono anche nel migliore interesse del Ciad e ha quindi promesso la sua ulteriore cooperazione”. Anche a N’Djamena l’inviato Onu ha incontrato i ministri degli Esteri e della Difesa con cui ha discusso del ritiro, del rimpatrio e del reinserimento dei combattenti.
In Niger, il rappresentante Onu è stato ricevuto dal Presidente Mohamed Bazoum, “che ha elogiato gli sforzi delle Nazioni Unite per stabilizzare la Libia in questo momento critico”. A Niamey ha poi incontrato i ministri della Difesa e dell’Interno “per rivedere i meccanismi di coordinamento del comitato 5+5 per facilitare il ritiro dei mercenari e dei combattenti nigerini dalla Libia”. Con i due ministri, l’inviato ha anche “discusso del rafforzamento della sicurezza alla frontiera tra Niger e Libia per prevenire il traffico transfrontaliero”.
Al termine della visita l’inviato Onu si è detto soddisfatto perché sono state “riconosciute le sfide future, a fronte delle motivazioni che hanno portato i gruppi armati in Libia”. Si tratta, ha spiegato Bathily, di “motivi economici, sociali e talvolta politici”, per cui l’inviato Onu ha sollecitato “la comunità internazionale a sostenere un processo coordinato, anche attraverso l’allocazione delle necessarie risorse finanziarie e l’assistenza tecnica per evitare impatti negativi sui Paesi di origine”.