La città di Bengasi, nell’Est della Libia, ospita fino a sabato una “settimana della cultura” dedicata all’arte, alla musica e al teatro, un evento raro nel Paese segnato da un decennio di guerra, ma segno della voglia di voltare pagina.
“È un onore esporre le mie opere per la prima volta a Bengasi”, ha detto Elham el-Ferjani, artista di Tripoli, la cui mostra ha dato il via alla settimana di appuntamenti artistici. Ritrovare artisti provenienti da tutta la Libia è “fonte di gioia”, ha ammesso l’artista che trae ispirazione per le proprie opere dalle pitture rupestri del deserto libico, della cultura amazigh (berbera), così come dal conflitto che ha insanguinato il Paese, oggi impegnato in un faticoso cammino verso la pace e la stabilità.
La mostra è ospitata nei locali della Fondazione Barah, uno spazio artistico e culturale che si trova nel centro della seconda città della Libia, culla della rivolta che nel 2011 rovesciò il regime di Muammar Gheddafi. La settimana della cultura prevede “diverse tavole rotonde e conferenze”, così come laboratori su diverse tecniche di arti plastiche, quali pittura su vetro, fotografia e scultura, ha spiegato alla France presse uno degli organizzatori, Hazem el-Ferjani. Il programma prevede anche dibattiti sul cinema libico, un concerto di Malouf, genere musicale arabo-andaluso, e uno spettacolo teatrale di una compagnia locale.
L’obiettivo è “far rivivere l’ambiente artistico e culturale di Bengasi”, città a lungo associata a guerre e violenze di cui porta ancora le cicatrici, ha sottolineato el-Ferjani.