La Turchia deve fare un passo indietro e il governo di Tripoli deve accettare di sedersi a un tavolo per discutere la pace con il generale Khalifa Haftar. La Francia è scesa in campo sulla questione libica prendendo una chiara posizione antiturca. Il governo di Parigi ha definito «inaccettabili» le ingerenze della Turchia in Libia e ne ha chiesto la cessazione. «La Francia condanna tutte le ingerenze straniere in Libia, senza eccezioni – ha sottolineato il Quay d’Orsay -. Oggi malgrado i due campi libici abbiano accettato d’impegnarsi nel negoziato di un cessate-il-fuoco, l’offensiva delle forze favorevoli al Gna prosegue con il sostegno massiccio della Turchia in violazione dell’embargo sulle armi dell’Onu».
L’Eliseo denuncia una «politica sempre più aggressiva e assertiva della Turchia, con sette navi turche posizionate al largo della Libia e una violazione dell’embargo sulle armi». «I turchi stanno strumentalizzando la Nato», secondo la presidenza francese. Su questo punto Emmanuel Macron, si è già incontrato con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, questa settimana.
L’Eliseo ha intanto annunciato che «nelle prossime settimane si terranno discussioni su questo argomento con i partner della Nato impegnati nella crisi». «Il ministro per l’Europa e gli Affari Esteri, Yves Le Drian, si è espresso il 9 giugno, assieme agli omologhi tedesco e italiano e l’Alto rappresentante dell’Ue, per esigere una tregua immediata e un rapido cessate il fuoco sotto l’egida dell’Onu – afferma il ministero degli Esteri -. La prosecuzione delle ingerenze straniere, fra cui l’intensificazione del sostegno turco, va contro questo obiettivo», ha ribadito. Nelle ultime settimane grazie al sostegno turco, le truppe di al-Serraj sono riuscite a riconquistare importanti centri strategici nelle mani di Haftar.