La Libia rischia di trasformarsi in un Vietnam per la Turchia. Ankara ha confermato che due suoi militari sono stati uccisi. Due ulteriori vittime che si aggiungono ad altri morti registrati nelle scorse settimane. «Due martiri sono morti in Libia», ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan, senza fornire ulteriori dettagli.
Il mese scorso, la Turchia ha inviato propri soldati e un gruppo di combattenti siriani filoturchi a sostegno del governo di Fayez al-Sarraj. Le truppe si sono schierate subito a sostegno delle milizie della Tripolitania contro quelle della Cirenaica che da una decina di giorni assediano Tripoli.
L’esercito dell’Est è sostenuto da Egitto, Russia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, mentre il governo di Tripoli è supportato dalla Turchia e dal Qatar (entrambi i Paesi, da tempo, sono considerati i principali sostenitori della Fratellanza musulmana e del progetto di islam politico).
«I nostri fratelli siriani che combattono con noi in Libia vedono questo incarico con un senso di orgoglio e di onore», ha detto Erdogan nella conferenza stampa in cui ha confermato la recente morte di due soldati. Il presidente turco ha ammesso che il suo esercito ha subito «diverse» vittime. Il rischio è che Ankara rimanga impantanata in una guerra non sua, lontana dai propri confini.