In Libia, la guerra entra nelle case. Secondo Mohamed Gnounou, il portavoce delle forze che difendono la capitale libica e rispondono al governo di Fayez al-Sarraj, «diversi tipi di mine» sarebbero state piazzate sulle soglie di abitazioni di civili della periferia dalle milizie del generale Khalifa Haftar in ritirata.
Il portavoce ha affermato che è stata rinvenuta «una grande quantità di mine piazzate dalle milizie terroriste di Haftar prima della fuga dalle loro postazioni» e ha precisato che si tratta di ordigni «modificati per esplodere al passaggio delle persone». Realtà o solo propaganda? Difficile dirlo. Ciò che è certo è che il conflitto sta conoscendo una escalation. Alla fine della scorsa settimana, sono arrivati in Cirenaica, dalla base russa di Latakia in Siria, sei Mig e due Sukhoi-24 russi. Forze aeree che dovrebbero supportare le milizie di Khalifa Haftar che stanno subendo l’offensiva dei reparti fedeli a Fayez al-Sarraj supportati massicciamente della Turchia.
Sul fronte, intanto, oltre ai mercenari russi del Gruppo Wenger (inviati a sostegno di Haftar sempre dalla Russia) sarebbero presenti moltissimi mercenari siriani su entrambi i fronti. Si calcola che siano 9.600 i mercenari turchi o siriani arruolati dai turchi, mentre oltre 3mila in sarebbero addestramento nei campi siriani nella zona sotto il controllo turco. Un po’ meno quelli a fianco delle milizie della Cirenaica.