Sul dossier libico si sta registrando una favorevole convergenza internazionale che può portare alla soluzione della crisi politica che dura dal 2011 quando è caduto il regime di Muammar Gheddafi. A pensarla così è Karim Mezran, senior fellow dell’Atlantic Council e responsabile del desk Nordafrica. “Si sta registrando una crescente e positiva pressione sul dossier libico – osserva Mezran ad InfoAfrica -. Gli Stati Uniti, con il presidente Joe Biden, sono tornati a occuparsi della questione. Molto attivi sono anche i tedeschi e i britannici. La Francia pare aver abbandonato le posizioni ambigue di un tempo e sembra essersi allineata alla tendenza globale. Questa sinergia va accentuata”.
Anche tra Egitto e Turchia si sta registrando una preziosa convergenza che, a parere di Mezran, va “coltivata”. “Per la Libia – sottolinea – i buoni rapporti tra Egitto e Turchia, che sono due potenze regionali, sono importantissimi. Penso che Il Cairo e Ankara possano riavvicinarsi e, di fatto, si stanno già riavvicinando. I loro rapporti possono distendersi ulteriormente se inseriti in un contesto che permetta di risolvere anche le dispute sul Mediterraneo orientale e con la Grecia”.
L’obiettivo principale, secondo Mezran, sono le elezioni. Il voto del 24 dicembre è un appuntamento fondamentale che non può essere mancato. “Il clima politico internazionale sta andando in quella direzione e quindi va favorito – spiega Mezran -. L’attuale governo, a mio parere formato da personalità non di spicco, deve lavorare solo per portare alle urne. Al momento non deve pensare né progettare altro. Il premier Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh rimarrà anche dopo le elezioni? Non lo so e, al momento, non ritengo la questione importante. Ciò che è fondamentale è l’avvio del processo elettorale”.
Sul tavolo c’è anche il nodo dei finanziamenti. “La Banca centrale sta tenendo chiusi i cordoni della borsa perché teme sprechi – continua Mezran -. Credo che la comunità internazionale debba far pressioni sul presidente del Parlamento Aguila Saleh affinché si approvi il bilancio e si stanzino i fondi necessari. Non bisogna soffermarsi sui progetti di ricostruzione, ma sul processo elettorale”.
E l’Italia? “Roma – conclude Mezran – non solo ha un rapporto storico con la Libia, ma deve vedere nella Libia un prezioso vicino. I problemi della Libia sono i problemi dell’Italia. Roma e Tripoli possono e devo collaborare in campo economico, politico e sociale. Per questo motivo il premier Mario Draghi deve mettere in campo tutta la sua autorevolezza per recuperare un ruolo nel Paese nordafricano. L’Italia ha solo da perdere a ignorare la Libia”.