Libia | Onu: «I russi combattono con Haftar»

di Enrico Casale

Il Gruppo Wagner sta combattendo in Libia. Le voci della presenza di questi mercenari russi si rincorrono da tempo, ma ora sono le Nazioni Unite a mettere nero su bianco il loro coinvolgimento.  Il rapporto è stato redatto da osservatori indipendenti e non è ancora stato reso pubblico. Secondo quanto trapela, però, i soldati di ventura stanno combattendo a fianco del generale  Khalifa Haftar, l’uomo forte di Bengasi, contro le milizie del governo di Tripoli.

Il Gruppo Wagner è una formazione composta da ex militari delle forze speciali di Mosca. Ufficialmente non hanno alcun rapporto con il governo di Vladimir Putin né con le forze armate russe. Di fatto si ritiene siano la longa manus della politica estera russa in Africa, Europa, Medio Oriente. Dal 2014 a oggi, i mercenari sono stati infatti presenti nei conflitti in Ucraina e Siria. Alcuni di essi proteggono i giacimenti di minerali preziosi nella Repubblica centrafricana.

Ora, per la prima volta, le Nazioni Unite confermano le notizie del loro coinvolgimento in Libia, sostenendo che sarebbero presenti tra gli 800 e i mille uomini. Il rapporto di 57 pagine afferma che sarebbero in Libia dall’ottobre 2018 «fornendo supporto tecnico per la riparazione di veicoli militari e partecipando a operazioni di combattimento».

I mercenari russi avrebbero operato in formazioni di artiglieria, come osservatori su aerei e con droni oltre a «fornire competenze di contromisure elettroniche e operare sul terreno come cecchini». Si tratta di uomini in maggior parte provenienti dalla Russia, ma ci sarebbero anche cittadini di Bielorussia, Moldavia, Serbia e Ucraina.

All’inizio di quest’anno, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che questi soldati di ventura non rappresentavano Mosca, né erano pagati dallo Stato russo. Fonti autorevoli, affermano che il Gruppo Wagner sia stato fondato da Dmitry Utkin, un ex membro di una delle brigata delle forze speciali dell’intelligence militare russa (Gru) che lo avrebbe chiamato Wagner in onore del compositore tedesco tanto ammirato dai nazisti. Non si sa come il gruppo si finanzi. Alcune fonti suggeriscono che sia la stessa intelligence russa a supervisionare e a gestire la formazione.

Come già fecero, negli anni Sessanta, Gran Bretagna e Francia, anche la Russia, per tutelare i propri interessi, opererebbe attraverso mercenari. Non riconoscendone ufficialmente l’esistenza dei mercenari, Mosca può così negare le proprie responsabilità o minimizzare eventuali perdite russe, pur mantenendo una presenza militare.

Secondo un’inchiesta della Bbc, nel 2018 sono morti alcuni mercenari russi mentre combattevano in Siria. Circa 2.500 membri avrebbero operato su quel fronte, con gli ufficiali che secondo quanto riferito guadagnavano fino a 300.000 rubli (5.300 euro) al mese.

Attività di Wagner sono state segnalate anche in Madagascar, Mozambico e nella Repubblica centrafricana. Nel 2018, tre giornalisti russi che indagavano sul coinvolgimento di Wagner sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco proprio nella Repubblica centrafricana.

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