È sempre più grave il bilancio delle vittime della guerra civile in corso in Libia. Il numero dei morti è salito a 653, compresi 41 civili. I feriti sono 3547, tra i quali 126 civili dall’inizio degli scontri a Tripoli questa primavera. Lo ha reso noto su Twitter l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Libia, sottolineando che «la scorsa settimana tra i civili feriti ci sono stati anche tre operatori sanitari».
Sul campo la situazione è arrivata a uno stallo. L’offensiva del generale Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, si è arrestata alla periferia della capitale libica. Le forze che sostengono il presidente Fayez al-Sarraj sono riuscite a bloccare l’avanzata anche grazie agli armamenti provenienti dalla Turchia e al sostegno del Qatar. Nei giorni scorsi anche gli Stati Uniti, che inizialmente avevano visto con un occhio di riguardo l’attacco del generale, hanno ritirato il loro appoggio perché non lo ritengono più in grado di stabilizzare il Paese.
Haftar non ha però rinunciato alla conquista di Tripoli. Forte dell’alleanza con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Francia e Russia, prosegue l’azione militare. Fino a quanto durerà? E con quali conseguenze? Difficile dirlo ora. La tragica realtà sono i continui morti sul terreno.