Violenti scontri armati hanno opposto ieri alla frontiera tra Libia e Ciad le forze del generale Khalifa Haftar e i combattenti del Fronte per l’alleanza e la concordia in Ciad (Fact), ex alleati di Haftar nel sud-ovest libico prima di rientrare in Ciad lo scorso aprile. “Una vasta operazione” è stata lanciata dalle forze speciali del battaglione Tarek ben Ziyad, una delle unità fedeli ad Haftar, “contro i mercenari e gli elementi dell’opposizione ciadiana presenti nel territorio libico”, ha riferito l’emittente Libya al-Hadath, precisando che gli scontri sono avvenuti a “Tarbou, al confine meridionale”. 15 morti e una decina di feriti è il bilancio delle vittime.
Da parte sua, il Fact ha dichiarato in un comunicato che la “brigata Tarek Ben Ziyad (legata al figlio di Khalifa Haftar) ha attaccato una delle nostre posizioni al confine libico, con il sostegno di ausiliari sudanesi e supervisionata da forze speciali dell’esercito francese”. Il Fact ha quindi riferito di 11 morti e una decina di feriti tra le forze di Haftar e di quattro morti tra le proprie file. Secondo la tv libica, il battaglione Tarek Ben Ziyad ha registrato un morto e “ha distrutto diversi mezzi blindati”.
Secondo i combattenti ciadiani, obiettivo dell’attacco era “catturare o uccidere il presidente dell’ufficio esecutivo del Fact”, aggiungendo che “il presidente Mahadi sta bene ed è al comando delle operazioni di combattimento”. Nella conclusione della nota, il Fact ha puntato il dito contro Parigi: “La Francia non solo viola e disprezza la nostra sovranità imponendo e sostenendo il Consiglio militare di transizione, ma viola anche il cessate il fuoco annunciato la scorsa primavera”.
Il Consiglio militare di transizione si è insediato a N’Djamena dopo la morte del presidente Idriss Deby Itno, rimasto ucciso proprio sul fronte di battaglia contro l’avanzata, lo scorso aprile, dei ribelli rientrati dalla Libia. Il nuovo governo di unità nazionale libico, insediatosi lo scorso marzo, ha più volte sollecitato il ritiro di tutti i mercenari presenti nel Paese, come da accordo di cessate il fuoco dell’ottobre 2020. Ad aprile, un membro del consiglio della città libica Sebha aveva riferito di una forza ciadiana di circa 6.000 uomini presente da sei anni in campi di addestramento situati nel Sud della Libia.
Ad agosto, il vice presidente del Consiglio presidenziale libico, Moussa al Koni, si è recato in visita a N’Djamena, dove ha incontrato il presidente del Consiglio militare di transizione, il generale Mahamat Idriss Deby, figlio del defunto presidente. In un comunicato diffuso al termine dell’incontro, la presidenza ciadiana ha affermato che la Libia è “diventato un rifugio di gruppi di mercenari” e che “Moussa al Koni ha annunciato che è in corso una lotta spietata contro questi gruppi”.