Libia | Vademecum per Berlino

di Enrico Casale
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Si tiene domani, 19 gennaio, a Berlino una conferenza internazionale che cercherà di riportare stabilità in Libia. Ma chi parteciperà e quali sono gli interessi in campo?

Lo sfondo

La Libia è sprofondata nel caos nel 2011 quando, nel pieno delle Primavere arabe, un intervento militare, guidato da Francia, Regno Unito e Stati Unito, ha sostenuto la rivolta e ha portato alla morte del dittatore Muammar Gheddafi. Da  quel momento si è scatenata una guerra tra milizie che ha reso il Paese una terra di conflitto di tutti-contro-tutti. Nell’aprile del 2019, le forze del generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, hanno lanciato un’offensiva per conquistare Tripoli, governata da Fayez al-Sarraj. Oltre 10 mesi di combattimenti sono costati la vita a oltre 1500 persone (circa 300 civili), il ferimento di altre 15mila e messo in fuga quasi 150mila persone dalle loro case, diventate sfollati interni. Domenica scorsa è entrato in vigore un fragile cessate il fuoco che regge, nonostante le reciproche accuse di violazioni da parte delle due forze rivali.

I protagonisti

Fayez al-Sarraj è il premier del Governo di accordo nazionale. Uomo vicino al movimento della Fratellanza musulmana, è sostenuto dall’Onu, dall’Ue, e si è guadagnato l’appoggio economico e militare della Turchia, unico Paese che ha già cominciato a inviare truppe (e che ha forti interessi nel settore dell’estrazione di idrocarburi sia sulla terraferma sia nei giacimenti del Mediterraneo orientale). Gode anche all’appoggio politico di Qatar e Italia e di Misurata, città-Stato alleata di Turchia e Italia.

Khalifa Haftar, invece, è il patron del Parlamento eletto e dell’esecutivo nella città di Tobruk che di fatto controlla tutta la Cirenaica, una parte del Fezzan e della Tripolitania. Può contare sull’appoggio economico e militare di Russia, Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi Uniti, e sull’appoggio politico di Francia e, in parte, anche degli Stati Uniti. Avviata il 4 aprile l’offensiva militare contro Tripoli, le truppe del generale si sono progressivamente avvicinate alla capitale e la scorsa settimana hanno fatto cadere il muro difensivo nella vicina località di Sirte, ad appena 100 chilometri dal centro della capitale. Di fatto però la situazione è in stallo. Adesso, dopo molto resistenze anche solo ad accettare l’invito a Berlino, Haftar sembrerebbe pronto a firmare la tregua.

Gli invitati

Alla conferenza di Berlino, oltre alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, parteciperanno il segretario generale Onu, António Guterres, il premier italiano Giuseppe Conte (insieme al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio). Ci saranno il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan. Gli Usa saranno rappresentati dal segretario di Stato, Mike Pompeo. Al tavolo ci saranno poi il presidente francese, Emmanuel Macron, e l’egiziano, Abdel Fattah al-Sisi. Partecipano anche emissari di Regno Unito, Cina, Turchia, Repubblica del Congo, Unione Europea, Lega Araba, Unione Africana, Emirati Arabi Uniti, Algeria.

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