“La guerra è l’ultima cosa da fare. Il problema libico è di una società che si è sfrangiata con mille tensioni, tribù, bande armate diverse. O c’è una unità vera che ti chiama e allora vai ad aiutare a ricostruire lo Stato e la pace oppure chiunque vada è nemico di tutto il popolo libico”. Lo ha affermato Romano Prodi ieri sera a Genova parlando di un possibile intervento militare in Libia a margine di un dibattito organizzato nell’ambito della terza edizione del festival della rivista di geopolitica Limes.
“Il problema della Libia -ha sottolineato l’ex premier- è di un Paese in totale dissoluzione. Per questo quando dico che non si può andare in guerra se non c’è un richiamo totale del Paese perché entrare in un Paese in dissoluzione con una forza armata significa radunare tutti contro di sé. Non credo che né l’Italia né qualcun altro possa permetterselo”.
Secondo Prodi, “serve un governo di unità nazionale che rappresenti veramente il Paese. Ho usato questa espressione -ha spiegato- perché nella mia conoscenza una parte delle tensioni sono oggi anche tra Tobruk e Tripoli. Occorre fare attenzione perché un governo rabberciato con parlamentari che non vanno e delle situazioni di continuo avanti e indietro darebbe poco affidamento. Occorrerebbe -ha aggiunto l’ex premier- che attorno al tavolo si mettessero non dico tutti i rappresentanti di tutte le 140 tribù ma almeno quelli che rappresentano davvero il Paese”.
Parlando dell’eventuale divisione della Libia in tre parti, Prodi ha poi dichiarato: “Non ne vedo almeno per ora la possibilità o la convenienza. E’ vero che queste tre regioni hanno una storia diversa ma ormai uno Stato unitario c’è da molto tempo e poi le divisioni sono anche interne a queste tre entità. Mi permetto -ha concluso- anche di essere sospettoso sul fatto che, in caso di divisione, potenze diverse potrebbero metterci la mano sopra”.
(05/03/2016 Fonte: AskaNews)
Libia/2 – Prodi: «Le milizie potrebbero coalizzarsi contro gli italiani »
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