L’instant book realizzato da Giorgio Pagano “fotografa” il continente in questo momento così particolare affidandosi ai racconti e alle testimonianze di decine di persone, legate ai territori e/o impegnate nella cooperazione internazionale, che hanno esperienza diretta di singole porzioni del territorio africano. Ne viene fuori un collage, ricco di spunti e suggestioni che permette di farsi un’idea della portata complessiva dei problemi: la fragilità del sistema sanitario e i dati probabilmente sottodimensionati, ovviamente, ma anche le criticità legate a particolari segmenti della popolazione (le donne, i rifugiati…) e le soluzioni adottate sulla base di esperienze pregresse (l’utilizzo della clorochina o dell’artemisia, ma anche la sensibilizzazione di cui si sono fatti carico gli artisti o le innovazioni tecnologiche introdotte da gruppi di studenti…).
Il merito di questo piccolo libretto è essere riuscito a tenere insieme il generale ed il particolare. Il limite è quello di essere superato rapidamente dagli eventi. La testimonianza di Diye Ndiaye, assessore alla Cooperazione e alle Relazioni Internazionali del comune di Scandicci, è puntuale ma ovviamente non può tenere conto degli ultimi sviluppi della malattia e del parziale cambio di attitude del governo senegalese rispetto al confinamento. Le notizie dalla Nigeria risalgono a prima che si scoprisse il focolaio dello stato di Kano.
Certe considerazioni però prescindono dagli aspetti più cronacistici. Per esempio quelle che riguardano le due economie, formale e informale, che convivono nel continente con pari rilevanza o i pensieri lunghi sul modo di governare di cui si sono fatti portatori i 100 intellettuali autori di una lettera aperta rivolta ai capi di stato africani . Il proverbio del Burundi, riportato in epigrafe, rappresenta una sintesi efficace del collage: “Morire non è una catastrofe. La catastrofe risiede nel dovere dormire affamati”.
Giorgio Pagano, Covid in Africa. Storie da un continente in bilico (Castelvecchi), €9,90.