L’Italia vende armi leggere all’Egitto, ma anche navi militari al Marocco

di Enrico Casale
Nave militare italiana

Nave militare italianaL’export di armi italiane in Africa non conosce sosta. Secondo quanto riporta l’agenzia Nova, il governo marocchino sarebbe intenzionato ad acquistare navi da guerra italiane usate per rafforzare la propria flotta.

Sempre secondo l’agenzia, il 24 e 25 maggio si svolgeranno incontri presso la base militare navale italiana di la Spezia fra rappresentanti delle Marine militari dei due paesi. In quei giorni si svolge, infatti, a La Spezia la fiera «Seafuture & Maritime Technologies» rassegna dedicata alla navalmeccanica che darà grande risalto proprio al fenomeno del refitting, ovvero il recupero di alcune navi utilizzate dalla Marina militare italiana e che potrebbero essere vendute a paesi che stanno cercando di sviluppare le loro flotte.

Questo possibile contratto è solo uno di quelli siglati dalle nostre forze armate e dalle nostre aziende di armamenti in questi anni. I nostri industriali del settore non si sono fatti scrupoli a vendere anche a Paesi che non brillano per essere nazioni democratiche. Secondo quanto denuncia l’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia, per esempio, sono state vedute armi a Paesi come l’Egitto. Il governo Renzi ha infatti approvato la vendita verso Il Cairo di oltre 30mila pistole prodotte in provincia di Brescia e nel 2015 di 3.661 fucili, per la maggior parte prodotti da un’azienda in provincia di Urbino. L’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea ad avere fornito nel biennio 2014-2015 pistole, revolver, fucili e carabine alle forze agli ordini di Al Sisi.

Il rapporto di Opal è un’elaborazione dei dati Istat ed Eurostat in cui si citano i dati delle esportazioni sia di armi di tipo militare (destinate agli eserciti), sia ad armi e munizioni comuni (armi per la difesa personale, sportive, destinate alle forze di sicurezza pubbliche e private). Rispetto al 2014 il rapporto Opal ha un segno meno per il 3,6 per cento per «armi e munizioni». C’è da sottolineare che il 2014 è stato un anno record, con oltre 1,3 miliardi di fatturato con l’expert (contro gli 1,25 miliardi del 2015).

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