L’Italia ha dato il via libera alla vendita di due fregate Fremm all’Egitto, mentre è aperto da quattro anni il contenzioso sull’assassinio al Cairo del ricercatore Giulio Regeni. Si tratta delle navi da guerra più moderne realizzate nei nostri cantieri navali. A comunicarlo è stata l’agenzia Ansa citando fonti qualificate vicine al dossier. L’accordo tra Roma e Il Cairo sarebbe stato siglato domenica 7 giugno a seguito della telefonata tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader egiziano Abdel Fatah al-Sisi. Le stesse fonti riferiscono che la decisione sarebbe stata già condivisa con i vertici di Fincantieri. Queste prime due fregate fanno parte di una fornitura più ampia che comprende altre quattro fregate, una ventina di pattugliatori navali, 24 cacciabombardieri Eurofighter e di aerei addestratori M346, con un contratto del valore complessivo di 9 miliardi di dollari.
La questione della vendita delle due navi da guerra ha diviso il governo italiano visto il contenzioso aperto per l’assassinio a Il Cairo del ricercatore Giulio Regeni su cui il nostro Paese ha più volte chiesto verità e giustizia. Tante domande e poche risposte anche per la vicenda di Patrick Zaki, studente dell’università di Bologna prelevato all’aeroporto del Cairo il 10 febbraio e rinchiuso in una delle prigioni della capitale egiziana.
Secondo la relazione governativa annuale sull’export di armamenti, ottenuta da Rete Disarmo, è proprio l’Egitto il primo recipiente tra i Paesi non europei e fuori dalla Nato dell’export italiano di armi. Nel 2019 l’Italia ha chiuso affari per un valore di 871,7 milioni di euro in armamenti (dagli elicotteri ai carri armati).