Lo Zimbabwe nella morsa della siccità, “la situazione è drammatica”

di claudia
siccità

di Enrico Casale

Lo Zimbabwe si trova ormai da mesi a fronteggiare una situazione climatica molto difficile, con gli ultimi temporali registrati ad aprile. Di fatto sono due anni che non piove regolarmente. Manca l’acqua e di conseguenza anche il cibo. “la popolazione soffre molto”: la testimonianza di Bruno Zamberlan, missionario salesiano che lavora nel Nord Ovest a un centinaio di chilometri dalle Cascate Vittoria.

Lo Zimbabwe da mesi sta vivendo nella morsa della siccità. Manca l’acqua, quindi manca anche il cibo (i raccolti sono stati bruciati) e l’elettricità (legata, in parte, agli impianti idroelettrici) è scarsa. La gente soffre, ma non reagisce. Nessuno si ribella, si teme la reazione dura delle forze dell’ordine. “La situazione è difficile – spiega Bruno Zamberlan, missionario salesiano che lavora nel Nord Ovest a un centinaio di chilometri dalle Cascate Vittoria -. La nostra area non è lontana dal deserto del Kalahari in Namibia. Gli ultimi temporali si sono registrati in aprile. Sono state poche gocce che non hanno riempito le falde né aiutato l’agricoltura. Di fatto sono due anni che non piove regolarmente. I letti dei fiumi sono secchi e quella poca acqua che è rimasta è inquinata dagli scarti delle miniere”.

L’agricoltura è uno dei settori più colpiti dalla siccità, osserva padre Bruno. La maggior parte delle colture alimentari sono dipendenti dalle piogge stagionali. Con l’assenza di precipitazioni, i raccolti falliscono e le riserve alimentari si riducono drasticamente”. Nel 2023, la produzione di mais è scesa del 43% rispetto agli anni precedenti, con circa 780.000 tonnellate prodotte rispetto ai 1,7 milioni di tonnellate necessari per soddisfare la domanda interna. La siccità ha anche influito sulla produzione di altre colture importanti, come il sorgo e il miglio, che sono essenziali per l’alimentazione delle comunità rurali. E il bilancio di quest’anno sarà certamente peggiore. Secondo il Programma Alimentare Mondiale (Pam), si stima che il 60% della popolazione rurale viva una condizione di insicurezza alimentare e che, nei prossimi mesi, oltre 2 milioni di bambini, a causa della carenza di cibo e della scarsità d’acqua, rischieranno di sprofondare nella malnutrizione.

“Nella nostra area – osserva il salesiano – l’acqua è razionata. Ci sono giornate che non arriva per nulla perché l’impianto che pompa acqua non funziona. L’elettricità è più disponibile grazie ai generatori a carbone. Nei prossimi mesi dovrebbero arrivare altri generatori, grazie a una donazione della Cina. Anche se va detto che, parte di questa corrente, viene poi venduta a Botswana, Namibia e Zambia”.

La popolazione, racconta il sacerdote, soffre molto. “Manca l’acqua e manca il cibo – continua -. La siccità ha fatto schizzare in alto i prezzi dei beni alimentari di base. Sul campo ci sono numerose Ong che aiutano la popolazione, ma non basta. Le necessità sono moltissime”.

Molti osservatori puntano il dito contro le autorità di Harare, incapaci, a loro dire, di organizzare un piano straordinario di interventi. “Gli aiuti non arrivano – spiega un operatore umanitario che intende rimanere anonimo -. Quelle poche derrate che vengono inviate nelle campagne e nelle zone più marginali del Paese sono dirottate verso i funzionari e i dirigenti del Paese. La popolazione non si ribella. Teme la reazione dell’apparato di sicurezza che è sempre violenta”.

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