Il dibattito sull’evoluzione della pandemia in corso ha da tempo investito l’Africa del ruolo di osservato speciale. Eppure i dati del continente (25.924 casi confermati e 1246 morti su una popolazione di più di un miliardo e trecento milioni di persone) paiono ad oggi offrire su questo fronte prospettive piuttosto rassicuranti.
Molto meno rassicurante è quanto riportato oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità: secondo l’agenzia dell’Onu, infatti, il numero di decessi causati dalla malaria nell’Africa subsahariana potrebbe a breve raddoppiare toccando quota 769mila. E la ragione è presto detta.
L’Oms ha spiegato che l’emergenza coronavirus rischia di ridurre di tre quarti l’accesso ai medicinali antimalarici. Per questo Matshidiso Moeti, direttrice regionale dell’Oms per l’Africa, ha invitato i governi, oggi concentrati nel contenimento del Covid-19, a garantire che continuino parallelamente le attività di prevenzione della malaria, al momento in larga misura trascurate.
Nel 2018 – ultimi dati disponibili – ci sono stati in Africa 213 milioni di casi di malaria e 360mila decessi: è qui che si è registrato il 93% dei casi e il 94% dei decessi totali. Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone e Ciad hanno avviato programmi antimalaria durante la pandemia: un modello virtuoso per gli altri Paesi del continente.