L’Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato l’ingresso nella fase successiva del suo studio Solidarity Plus che coinvolgerà pazienti ospedalizzati per testare tre nuovi farmaci da utilizzare nel trattamento del covid-19: artesunato, imatinib e infliximab. In una prospettiva africana è particolarmente rilevante la raccolta di dati sull’artesunato. Questo è un derivato dell’artemisinina estratta dalla pianta di artemisia annua, ossia la principale in uso nella discussa cura a base di erbe elaborata in Madagascar lo scorso anno. La terapia a base di artemisia per il trattamento del covid è stata utilizzata in molti Paesi africani. Il Madagascar Institute of Applied Research aveva messo a punto una bevanda chiamata Tambavy CVO CovidOrganics.
L’artemisinina e i suoi derivati sono stati ampiamente utilizzati nel trattamento della malaria e di altre malattie parassitarie per oltre 30 anni e sono considerati molto sicuri. L’artesunato, in particolare, è usato nei casi di malaria grave ed è prodotto dalla multinazionale indiana Ipca. Nello studio verrà somministrato per via endovenosa per 7 giorni, utilizzando la dose standard raccomandata per il trattamento della malaria grave. Anche imatinib e infliximab hanno già altre indicazioni terapeutiche. Imatinib, prodotto da Novartis, è usato per trattare alcuni tipi di cancro. Infliximab, prodotto da Johnson&Johnson, è usato per curare malattie del sistema immunitario tra cui artrite reumatoide e morbo di Crohn. “Trovare terapie più efficaci e accessibili per i pazienti covid-19 è fondamentale e l’Oms è orgogliosa di guidare questo sforzo globale”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’agenzia, ringraziando i governi partecipanti, le aziende farmaceutiche, gli ospedali, i medici e i pazienti “che si sono uniti in uno sforzo di solidarietà globale”.
“Questi farmaci sono stati scelti da un gruppo indipendente di esperti che valuta tutte le prove disponibili su tutte le potenziali terapie”, ha aggiunto Tedros Adhanom Ghebreyesus. Lo studio dovrebbe essere completato entro maggio del prossimo anno. Solidarity Plus è una piattaforma sperimentale che rappresenta la più grande collaborazione globale tra gli Stati membri dell’Oms. Coinvolge ricercatori in oltre 600 ospedali in 52 Paesi, ossia 16 paesi in più rispetto alla prima fase di sperimentazione. Ciò consente allo studio di valutare più trattamenti contemporaneamente utilizzando un unico protocollo, reclutando migliaia di pazienti per generare stime affidabili sull’effetto che un farmaco può avere sulla mortalità, anche effetti moderati.
In precedenza, sono stati valutati dall’Oms quattro farmaci e, secondo quanto riferito dall’Oms, i dati raccolti avrebbero mostrato che tutti e quattro le molecole – remdesivir, idrossiclorochina, lopinavir e interferone – avevano un effetto scarso o nullo sui pazienti ospedalizzati con Covid.