Londra deve rivelare parte dell’accordo sui migranti con Kigali

di claudia
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Un tribunale di Londra ha ordinato al governo britannico di rivelare parte delle informazioni ricevute per elaborare l’accordo con il Ruanda per inviare nel Paese africano richiedenti, informazioni che invece il governo intendeva mantenere segrete adducendo motivi di sicurezza nazionale.

Secondo le informazioni riportate dai principali media britannici, il giudice che ha emesso il verdetto, Clive Lewis, ha affermato che parte del materiale può restare secretato al pubblico.  La richiesta di desecretare i materiali utilizzati per definire l’accordo tra Londra e Kigali era stata avanzata da diversi media britannici – tra cui il quotidiano Guardian, il settimanale Time e l’emittente pubblica Bbc – sostenendo che tali informazioni sono necessarie per esercitare il diritto di cronaca e di manifesto pubblico interesse.

In particolare, la richiesta riguarda 10 sezioni di documenti del Foreign Office, che – secondo il governo britannico – avrebbero avuto il “potenziale di danno molto significativo” alle relazioni internazionali e alla sicurezza nazionale se divulgate.

Lewis ha stabilito che la maggior parte degli estratti potrebbe essere divulgata, ma quattro devono rimanere classificati poiché il danno causato dal renderli pubblici “non è controbilanciato dalla disponibilità di quel particolare estratto al tribunale che valuta la legittimità delle decisioni e della politica in questione in questi casi”.

In base all’accordo raggiunto ad aprile tra Londra e Kigali, la Gran Bretagna prevede di inviare parte dei richiedenti asilo che arrivano nel Regno Unito come clandestini in Ruanda, dove le loro richieste di asilo verranno esaminate con la postilla che se ai richiedenti fosse concesso l’asilo, dovrebbero rimanere nel Paese africano invece di tornare nel Regno Unito.

La Gran Bretagna afferma che la politica scoraggerà le bande di trafficanti di esseri umani che traghettano i migranti attraverso la Manica, ma diversi richiedenti asilo, gruppi umanitari e anche un sindacato dei funzionari frontalieri hanno intrapreso azioni legali contro il governo britannico in merito all’accordo. Un’udienza completa sul piano è prevista per il mese prossimo.

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