Dopo l’Uhncr, anche l’Unione africana ha espresso una posizione ufficiale e di condanna verso la legge danese, approvata lo scorso 3 giugno, che autorizza la Danimarca a ricollocare i richiedenti asilo in Paesi al di fuori dell’Unione europea mentre l’esame delle loro istanze è ancora in corso.
L’Unione Africana ha realizzato che il provvedimento “esternalizza ed esporta il processo di asilo oltre i confini della Danimarca”, si legge in un comunicato rilasciato nei giorni scorsi. L’Unione africana, prosegue il testo, considera questa legge “con la massima preoccupazione e desidera ricordare alla Danimarca “la sua responsabilità nei confronti della protezione internazionale per le persone che necessitano di tale protezione, come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati del 1951”, convenzione che la Danimarca ha firmato.
Tutto ciò risulta particolarmente ingiusto e sconcertante, prosegue la dichairazione, dal momento che “l’Africa continua a sostenere generosamente il fardello dell’85% dei rifugiati mondiali, spesso in situazioni di lunga durata, mentre solo il 15% è ospitato da paesi sviluppati”.
L’Unione africana rileva inoltre con grande preoccupazione “i tentativi e le proposte di stabilire accordi simili in Africa attraverso accordi bilaterali”, tentativi definiti preoccupanti e inaccettabili in quanto rappresentano “un’estensione dei confini di tali paesi e un’estensione del loro controllo alle coste africane”. Tali tentativi di arginare la migrazione dall’Africa all’Europa sono xenofobi e del tutto inaccettabili, prosegue il testo.
A partire da queste osservazioni, l’Unione Africana chiede a tutti gli Stati parti della Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 “di rimanere fedeli al loro impegno e ai loro obblighi nei confronti del sistema di asilo internazionale”, di “ fermare l’intolleranza” e di non sottrarsi “alle proprie responsabilità, in particolare nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo provenienti da paesi extraeuropei”.
Nelle scorse settimane molte organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e anche l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Unhcr, avevano preso posizione. L’Unhcr, in particolare, aveva messo in guardia dall’”esportare” il processo di asilo, affermando che “tali pratiche minano i diritti di coloro che cercano sicurezza e protezione, li demonizzano e li puniscono e possono mettere a rischio le loro vite”.
Alcuni osservatori, infine, fanno notare come l’Ua sia arrivata in ritardo nell’esprimere questa posizione di condanna.