Governo cinese e Unione africana hanno sottoscritto un memorandum d’intesa in materia di infrastrutture e trasporti. Il documento è stato firmato ieri ad Addis Abeba nel corso di un vertice dell’Ua che si concluderà sabato. Il progetto prevede la realizzazione di autostrade e linee ferroviarie ad alta velocità, nonché un sostegno allo sviluppo delle reti aeroportuali. L’intesa era stata preparata a maggio, quando ad Addis Abeba il primo ministro cinese Li Keqiang si era impegnato a garantire prestiti a tasso agevolato per 12 miliardi di dollari.
Questo documento è l’ennesima riprova di un interesse crescente di Pechino per il continente africano. Nel 2013 (ultimi dati disponibili) l’interscambio commerciale tra Cina e Africa ha toccato i 210 miliardi di dollari, superiore a quello di Usa ed Europa. Attualmente duemila imprese cinesi lavorano in 50 dei 54 Stati del continente e due milioni di imprenditori, manager, tecnici e lavoratori cinesi si sono trasferiti in Africa.
Nel 2014 la Cina ha già fatto molto in campo infrastrutturale, firmando numerosi contratti con Paesi africani. Ricordiamo quelli siglati con la Nigeria, per la realizzazione di una ferrovia di 1.385 chilometri con 22 stazioni; con il Kenya, per la costruzione della linea ferroviaria tra Mombasa e il confine con l’Uganda; con l’Etiopia, per la realizzazione di una linea ferroviaria leggera e un parco industriale ad Addis Abeba.
Pechino si presenta dal punto di vista tecnologico come un Paese all’avanguardia e dal punto di vista politico come una nazione estranea alle logiche coloniali e poco interessata al rispetto dei diritti umani. Queste caratteristiche sono apprezzate dagli Stati africani (molti dei quali dittature), che sanno di poter contare su un partner efficiente e indifferente alle dinamiche interne dei Paesi. I cinesi sono quindi sempre più preferiti agli europei, la cui immagine è troppo legata a un passato di soprusi e violenze. Da parte sua, Pechino trova nell’Africa quelle materie prime di cui ha estremamente bisogno per alimentare il suo vorticoso sviluppo economico.
Se quello tra Cina e Africa sarà un matrimonio felice o solo una convivenza di breve durata, sarà il tempo a dirlo.