di Claudia Volonterio
“Ho speso tutti i miei risparmi di una vita per salvare una popolazione di rinoceronti. Li ho protetti per trent’anni. Alla fine ho finito i soldi”. Inizia così la testimonianza dell’ambientalista sudafricano John Hume, che alla agenzia AFP ha raccontato la sua storia, il cui corso ora deve inevitabilmente cambiare. Oggi ha ottant’anni e, dopo aver speso più di 150 milioni di dollari per sottrarre i rinoceronti al bracconaggio e all’estinzione, si trova costretto a vendere la sua fattoria, la più grande al mondo nel suo genere. Ma cosa ne sarà dei quasi 2.000 rinoceronti bianchi meridionali ospiti?
Circa l’ottanta per cento dei rinoceronti al mondo si trova in Sudafrica. Nonostante gli sforzi degli ambientalisti e dei Parchi di conservazione, questa specie, in particolare quella di rinoceronte bianco, è costantemente sotto minaccia di estinzione. Pochi gli esemplari rimasti, vittime e bersaglio del mercato nero del loro corno, ambito in particolare dall’Asia per le sue presunte proprietà benefiche, dal momento che è composto da cheratina, la proteina che si trova nei capelli. Il governo ha affermato che ne sono stati uccisi 448 in tutto il Paese solo lo scorso anno.
Nei pressi di Johannesburg si trova da trent’anni una fattoria più unica che rara, la più grande al mondo, che ospita duemila esemplari di questi mammiferi, salvati dall’ambientalista sudafricano John Hume, che ha speso una vita e tutti i suoi risparmi per investirli nella loro protezione e cura. Dopo anni di fortune economiche nel settore turistico, arrivato alla pensione, Hume avrebbe potuto comprarsi uno yatch e vivere uno stile di vita più che benestante. A ciò ha preferito la salvaguardia dei rinoceronti, a partire dal primo che ha acquistato e di cui si è innamorato. Questo speciale legame l’ha portato ad aprire la sua fattoria, grande circa ottomila ettari. Il loro mantenimento, ma soprattutto la sicurezza, composta da un gruppo di ranger specializzati e sistemi d’informatica, sono molto costosi. “Alla fine ho terminato tutti i miei risparmi” ammette l’ambientalista in un’intervista a Afp.
Ora, l’unica scelta da fare è vendere e, tra pochi giorni, la fattoria sarà messa all’asta. Le offerte partono da 10 milioni di dollari.
Il compito di Hume è terminato, con la speranza che qualcuno possa prendere il testimone e continuare la sua battaglia contro l’estinzione di questa specie. Oltre alla fattoria, i prossimi acquirenti potranno decidere se prendere in carico anche uno stock di 10 tonnellate di corni, tagliati preventivamente ai rinoceronti (senza ucciderli) per dissuadere i bracconieri. Una possibilità ancora poco diffusa e osteggiata da animalisti e ong.
Un grande ostacolo, spiega Hume all’agenzia afp, è che “purtroppo, al mercato nero, un corno di rinoceronte morto vale ancora più di un rinoceronte vivo”.