Adnan Abu Walid al-Sahrawi, leader del gruppo terroristico Stato islamico nel Grande Sahara, è stato neutralizzato dalle forze francesi. Lo ha twittano nella notte il presidente francese Emmanel Macron, vantando “un altro grande successo nella nostra lotta contro i gruppi terroristici nel Sahel”.
La notizia dell’uccisione di al-Sahrawi circolava già in rete da fine agosto, ma non era stata data da fonti ufficiali. Le forze armate francesi avevano annunciato la distruzione di una cellula logistica dello Stato islamico nel grande Sahara a sud da In Delimane, in Mali, nella zona di Menaka, ma non avevano fatto riferimento ad Al-Sahrawi. Alcuni osservatori notano la tempistica dell’annuncio da parte del capo di Stato francese, proprio nel momento in cui il Mali si starebbe rivolgendo ai servizi di sicurezza russi, notizia che ha suscitato aspre reazioni da parte di Parigi. La Francia è presente militarmente in Mali dal 2013.
Era considerato il “nemico prioritario” nel Sahel il fondatore dello Stato Islamico nel Grande Sahara. Un ritratto pubblicato stamani dal canale televisivo francese Bfmtv descrive Al-Sahrawi il responsabile della maggior parte delle offensive più cruente in Mali, Niger e Burkina Faso. Secondo lo stesso resoconto, Adnan Abu Walid al-Sahrawi commette le sue prime azioni terroristiche dal 2011 con il movimento jihadista Al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), poi aderisce al Movimento per l’unicità e la jihad in Africa occidentale (Mujao). Nel 2013 torna dalla parte di Al-Qaeda prima di autoproclamarsi, nel maggio 2015, emiro del ramo saheliano dello Stato Islamico (Isis). Nello stesso anno fonda l’Isis nel Grande Sahara (Eigs secondo l’acronimo francese) e si distingue per i suoi attacchi particolarmente pesanti contro civili e soldati in Mali, Niger e Burkina Faso, paesi che sono l’obiettivo ricorrente delle incursioni dei gruppi jihadisti armati. Il gruppo uccide le sue vittime “e filma i suoi abusi a scopo di propaganda”.
Prende di mira in particolare i soldati americani in un sanguinoso attacco nell’ottobre 2017 nel sud-ovest del Niger. Alla fine del 2019, il gruppo conduce una serie di attacchi su larga scala contro basi militari in Mali e Niger. E il 9 agosto 2020, in Niger, il capo dell’Isis nel Grande Sahara “ordina personalmente l’assassinio di sei operatori umanitari francesi e della loro guida e autista nigerini”, afferma Bfmtv.
Adnan Abu Walid al-Sahrawi, secondo varie informazioni in rete, era originario del Sahara Occidentale, nato nel 1973 a El Aaiún. Ha combattuto nei ranghi dell’esercito popolare di liberazione sahrawi, braccio armato del Fronte Polisario. La comunità sahrawi d’Irlanda in un tweet stamattina ricorda che Al-Sahrawi aveva, qualche anno fa, minacciato di uccidere i militari irlandesi impegnati nella missione Onu Minurso. Macron, dal canto suo, chiede “di non abbassare la guardia” contro lo Stato islamico che “resta una minaccia” perché nonostante le azioni della forza Barkhane, la sua base combattente rimane comunque preservata.
Florence Parly, ministra francese delle Forze armate, si è espressa a sua volta questa mattina, congratulandosi con i militari francesi e gli agenti dell’intelligence che seguivano da tempo le tracce di Al-Sahrawi. “È un colpo decisivo contro questo gruppo terroristico. La nostra lotta continua”, ha twittato la ministra. In realtà non è chiarissimo quando e dove esattamente sia stato ucciso il fondatore dell’Eigs, ma notizie non ufficiali della sua uccisione in un’operazione in Mali circolavano già da fine agosto.