Mentre è in corso lo spoglio dei voti del primo turno delle elezioni presidenziali malgasce che si è tenuto il 7 novembre, ieri la Commission électorale nationale indépendante (Céni) durante una conferenza stampa nella capitale Antananarivo si è difesa dalle diverse accuse di corruzione e imparzialità, e ha giustificato le anomalie segnalate durante il voto. Circa 10 milioni di elettori sono stati convocati per designare il capo dello Stato tra una lista di ben 36 candidati.
Doppioni sulle liste elettorali, tessere elettorali mai arrivate, schede già compilate etc. La Ceni ha confermato di aver riscontrato queste anomalie durante il voto riporta Rfi, come fatto notare anche dagli osservatori internazionali. Anomalie che sono state consegnate all’Alta Corte costituzionale, come previsto dalla legge elettorale. La conclusione resta però simile alle precedenti, e cioè che la regolarità dello scrutino al momento non è messa in discussione. Gli osservatori elettorali dell’Unione Europea hanno infatti affermato di aver riscontrato solo delle «irregolarità marginali» che «non hanno avuto alcuna influenza sul risultato delle elezioni».
Nonostante ciò la Ceni è al centro del dibattito malgascio di questi giorni. Accuse di corruzione di alcuni suoi membri si diffondono sui social media e alcuni candidati hanno pubblicato i loro risultati. Ieri però il presidente della commissione, Yves Herinirina Rakotomanana, è uscito dal silenzio, come riporta Jeune Afrique, chiedendo che chi ha lanciato le accuse di corruzione porti le prove delle sue affermazioni.
Secondo gli scrutini parziali aggiornati a ieri dalla Commissione Elettorale Indipendente che riguardano 3663 dei circa 25.000 seggi dell’isola, Andry Rajoelina è in testa con 40,90% dei voti, seguito da Marc Ravalomanana con il 39,09% e dietro a grande distanza ci sarebbe Hery Rajaonarimampianina con solo 5,75%. Quest’ultimo ha denunciato «numerose irregolarità e anomalie» che si sarebbe avute nel corso della votazione, citando in particolare «una lista elettorale non valida», «la presenza di schede elettorali già compilate» e «intimidazioni».
Venerdì poi è stato il direttore della campagna di Ravalomanana, Anisoa Tseheno Rabenja, ha affermato che i suoi agenti sul terreno “hanno segnalato la circolazione di denaro diretto alla Ceni, alla radio e alla televisione nazionale”. Rabenja ha poi messo in guardia popolazione e istituzioni da un “tentativo di frode elettorale”
I tre principali contendenti di questo importante voto hanno tutti ricoperto la carica di Presidente. Marc Ravalomanana, dal 2002 al 2009; Andry Rajoelina dal 2009 al 2014; Hery Rajaonarimampianina dal 2014 al 2018. La campagna elettorale dei tre ex Presidenti è stata caratterizzata dall’impiego di forti investimenti in denaro e risorse per prevalere Se nessun candidato otterrà la maggioranza assoluta al primo turno, si andrà al ballottaggio il 19 dicembre.