Quarta isola al mondo per estensione, separatasi dall’Africa circa 165 milioni di anni fa, il Madagascar è circondato a sua volta da isole, minuscole e dominate da una natura esuberante, che meritano di essere scoperte. Île Sainte-Marie, al largo della sponda nord-orientale, per lungo tempo fu un covo di bucanieri nonché il nascondiglio prediletto per i forzieri saccheggiati con gli arrembaggi. Nel vecchio cimitero tra le palme si trovano alcune tombe su cui è inciso l’inconfondibile teschio con le tibie incrociate.
Anche il versante occidentale del Madagascar, quello che si affaccia sul Canale del Mozambico, fu interessato dalla pirateria: temibili predoni del mare come Long Ben Avery, Samuel Burgess e William Kidd trovarono rifugio coi loro filibustieri tra una manciata di isolette selvagge… che ancor oggi fanno sentire il visitatore un autentico esploratore. Gli approdi da visitare si chiamano Nosy Antsoha (microscopica e ricoperta da una fitta vegetazione), Nosy Iranja (una lingua di sabbia bianca protesa nelle acque cristalline), Nosy Komba (abitata dai lemuri), Nosy Tanikely (parco naturale che vanta uno dei fondali più belli dell’Oceano Indiano).
Per raggiungere queste isolette incontaminate è consigliabile volare fino alla turistica Nosy Be e qui noleggiare un’imbarcazione (madagascat.co.za), o partecipare a un’escursione di una giornata (moramoraescursioni.com). Oggi sulle spiagge non sventolano più le bandiere nere, ma svettano ancora le torri dei fari costruiti dai coloni francesi che nel 1885 conquistarono queste isole mettendo la parola “fine” all’epopea dei pirati.
Info: madagascar-tourisme.com
(Marco Trovato)