Madagascar: dopo il presunto rapimento di un albino, scoppia il caos a Ikongo

di claudia
polizia

Di Valentina Giulia Milani

Il primo ministro malgascio, Christian Ntsay, “ha annunciato l’apertura di un’inchiesta che sarà condotta dalle forze armate al fine di scoprire le vere circostanze della sparatoria che ha causato la morte e il ferimento di molte persone” a Ikongo, nella regione di Vatovavy-Fitovinany. Lo riporta il giornale locale 24/24.mg.

Secondo il quotidiano, è stato dopo la visita del ministro della Difesa nazionale che il premier si è recato “di persona” a Ikongo, martedì, “per ripristinare la pace e la sicurezza” in seguito ai drammatici eventi del giorno precedente quando almeno 19 persone sono state uccise e altre 21 sono rimaste ferite dopo che la polizia della città sud-orientale di Ikongo ha aperto il fuoco contro i manifestanti che si erano radunati davanti alla sede della gendarmeria per protestare contro i presunti rapitori di un albino e l’uccisione della madre.

La folla chiedeva che i presunti autori del rapimento e dell’assassinio fossero consegnati alla comunità per una rivendicazione popolare. Al rifiuto dei gendarmi, sono state lanciate pietre e alcuni membri delle forze di polizia hanno aperto il fuoco. Circa 500 persone armate di machete avrebbero infatti tentato di entrare con la forza in una stazione di polizia dove erano detenuti quattro sospetti di rapimento, come riporta l’agenzia di stampa Afp.

Il capo della polizia, Andry Rakotondrazaka, ha difeso le azioni della polizia affermando che hanno fatto ricorso all’autodifesa dopo aver cercato di evitare lo scontro.

La tragedia ha mobilitato le alte autorità del Paese: una forte delegazione governativa composta dal primo ministro Christian Ntsay, dal ministro della Difesa nazionale Richard Rakotonirina e dal ministro della Giustizia François Dominique Rakotozafy si è recata sul posto, sia per informarsi sulla situazione attuale sia per sostenere le famiglie delle vittime e dei feriti”, sottolinea il quotidiano malgascio Midi Madagasikara. Secondo lo stesso giornale, la squadra governativa non ha mancato di visitare l’ospedale dove sono ricoverati i feriti e il ministro della Difesa nazionale ha colto l’occasione per discutere con gli attori locali della sicurezza pubblica nella zona. 24/24.mg ha rilevato che “la tensione si è allentata” dopo un incontro tra la delegazione governativa e gli anziani di Ikongo.

Per mantenere l’ordine e la calma, è stato introdotto un coprifuoco dal capo del distretto di Ikongo secondo Midi Madagasikara. I media locali sottolineano anche che il destino del bambino rapito, che non è stato ritrovato, non è chiaro mentre i funzionari locali avrebbero confermato che la madre è stata uccisa da “banditi”.

La vicenda torna ad accendere i riflettori sulle condizioni di vita delle persone con albinismo in Africa: in alcuni Paesi, i bambini albini vengono talvolta rapiti da persone che credono di poterli usare per scopi rituali, anche se in questo caso non ci sono informazioni sul motivo del presunto rapimento.

Il fenomeno della persecuzione dei bambini albini, purtroppo, sta interessando ultimamente anche il Madagascar, che ha visto, negli ultimi anni, incrementare il numero di omicidi e rapimenti.

L’albinismo, causato dalla mancanza di melanina, il pigmento che colora la pelle, i capelli e gli occhi, è una condizione genetica che colpisce centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, soprattutto nel continente africano. Tra i Paesi in cui gli attacchi agli albini sono più frequenti figurano Tanzania, Malawi, Mozambico, Burundi, Repubblica Democratica del Congo

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