In Madagascar la tecnologia applicata all’edilizia può portare una svolta al problema dell’accesso all’istruzione. Dopo sette anni è ora accessibile la prima scuola stampata in 3D del Paese. Il prototipo darà il via a una serie di edifici scolastici realizzati con questo innovativo metodo che abbatte i costi di produzione e ambientali
L’attesissima scuola, frutto di un progetto portato avanti da sette anni dall’organizzazione no-profit Thinking Huts, si chiama “Bougainvillea” e si trova nella città di Fianarantsoa, la seconda provincia più grande del Paese.
La struttura della scuola stampata in 3D in Madagascar è stata progettata dagli architetti Bruno Silva e Yash Mehta, che si sono fatti ispirare dalla visione di Maggie Grout, fondatrice e CEO di Thinking Huts, che lotta per sopperire alle difficoltà di accesso al sistema scolastico, un problema ancora irrisolto nel Paese. Si stima infatti che quasi la metà dei bambini in Madagascar non vada a scuola proprio a causa della mancanza dell’edificio stesso o dal sovraffollamento di quelli esistenti.
La stampa 3D è inoltre un metodo sostenibile ed economico, poiché riduce di molto i costi economici e ambientali del processo di costruzione. Le pareti stampate in 3D sono costituite da una miscela di cemento che resiste alla pressione ambientale. Materiali di provenienza locale costituiscono il tetto, le porte e le finestre.
La prima scuola fornisce un esaustivo esempio delle ampie potenzialità operative della stampa 3D, che possono essere utilizzate per futuri progetti di costruzioni ecologiche e a basso costo.
Foto di apertura: BOTO Friddet