Malaria, buone notizie: la malattia rallenta

di Enrico Casale

disinfestazione Mentre l’Organizzazione mondiale della sanità lancia l’allarme sull’epidemia di zika (un virus trasmesso dalle zanzare che causerebbe la nascita di bambini microcefali), in Africa si registrano passi avanti nella lotta contro la malaria. Secondo i dati forniti da Alma (The African Leaders Malaria Alliance), il numero di morti a causa del paludismo si è dimezzato negli ultimi dieci anni. Alcuni Paesi hanno addirittura raggiunto l’obiettivo di ridurre del 75% la diffusione della malattia: Botswana, Capo Verde, Eritrea, Namibia, Swaziland, Ruanda, Sudafrica e Sao Tome Principe. A queste nazioni, Alma, che riunisce 49 Capi di Stato africani, ha assegnato premi speciali. Sono stati inoltre premiati il Senegal e la Liberia, per la migliore performance in termini di controllo della malaria tra il 2011 e il 2015. Per quanto riguarda la Guinea, Comore e Mali: tutti e tre hanno vinto un premio per aver conseguito progressi significativi nello stesso periodo. Particolarmente apprezzati sono stati gli sforzi compiuti da Guinea e Liberia, Stati che hanno continuato a combattere la malaria nonostante dovessero contemporaneamente far fronte alla devastante epidemia di ebola.

In Africa si concentra il 90% dei casi di malaria del mondo (nel 2015, 188 milioni di malati), inoltre la malattia uccide ancora un bambino africano ogni due minuti. Tuttavia, il tasso di mortalità è fortemente diminuito. Una riduzione positiva, che ha permesso ai servizi sanitari africani di risparmiare 900 milioni di dollari tra il 2001 e il 2014. Questi risultati sono stati raggiunti grazie al fatto che dal 2000 più di un miliardo di reti impregnate di insetticida, sono state distribuite nell’Africa subsahariana. Un passo avanti che però potrebbbe essere minacciato dalla resistenza delle zanzare agli insetticidi.
«Per la prima volta nella storia – ha dichiarato alla Bbc il premier etiope Hailemariam Dessalegn, attuale presidente di Alma – un’Africa libera di malaria è all’orizzonte». L’organizzazione mira a sradicare la malattia entro il 2030.

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