Parassiti della malaria resistenti ai farmaci si stanno diffondendo rapidamente nel Sud-Est asiatico. Ad affermarlo un gruppo di ricercatori del Regno Unito e della Thailandia. I parassiti si sono trasferiti velocemente dalla Cambogia al Laos, dalla Thailandia al Vietnam, dove la metà dei pazienti non può più essere curata dai farmaci in circolazione. I ricercatori temono «la terrificante prospettiva» che la resistenza ai farmaci possa diffondersi in Africa. «Questa varietà di parassita è ancora più forte e resistente di quelli attuali», ha dichiarato alla Bbc News Roberto Amato, del Wellcome Sanger Institute.
Negli anni sono stati compiuti enormi progressi nell’eliminazione della malaria. Tuttavia, lo sviluppo della resistenza ai farmaci minaccia questi passi avanti. «Questo ceppo parassita resistente è in grado di invadere nuovi territori e acquisire nuove proprietà genetiche, aumentando la terrificante prospettiva che possa diffondersi in Africa, dove si verificano la maggior parte dei casi di malaria. Uno scenario che è già stato vissuto in passato quando i parassiti hanno sviluppato resistenze alla clorochina, allora il farmaco più diffuso, contribuendo a milioni di morti», h spiegato Olivo Miotto, del Wellcome Sanger Institute e dell’Università di Oxford.
Esistono però farmaci alternativi che possono essere utilizzati. «Con la diffusione e l’intensificazione della resistenza, i nostri risultati evidenziano l’urgente necessità di adottare trattamenti alternativi», ha affermato Tran Tinh Hien, dell’Unità di ricerca clinica del Vietnam.
Nonostante in molti Paesi sia ormai scomparsa (soprattutto in Europa e in Nord America), la malaria è ancora un problema grave. Secondo l’Organizzazione modnaile della sanità, nel 2017, si sono registrati 219 milioni di casi in 87 Paesi. Nello stesso anno, il parassita ha causato 435.000 morti. L’Africa è il continente più colpito. Nel 2017, la regione ha registrato il 92% dei casi di malaria e il 93% dei decessi. Ogni anno le organizzazioni mediche investono circa tre miliardi di dollari per l’assistenza e la ricerca. Alcuni passi avanti sono stati fatti (in Africa meridionale è in fase di sperimentazione un vaccino), ma il tema delle resistenze mette tutto in discussione.