Non è scontato il risultato delle elezioni che si terranno domani in Malawi. Gli analisti prevedono una gara serrata tra il presidente Peter Mutharika e i due principali candidati dell’opposizione: Lazarus Chakwera, a capo del principale partito della minoranza, e Saulos Chilima, vicepresidente.
Il Malawi è un Paese molto povero che dipende fortemente dagli aiuti che provengono dall’estero. Gli elettori sono chiamati a eleggere un nuovo parlamento e i membri delle assemblee locali.
Ex professore di diritto, Mutharika, 78 anni, sta cercando di ottenere un secondo mandato di cinque anni. Sabato ha fatto un ultimo appello agli elettori promettendo di sviluppare il Paese. Mutharika, che è salito al potere nel 2014, ha dichiarato: «Abbiamo messo il Malawi sulla via del progresso. L’opposizione non possono dire nulla su di me e sul mio operato. Le mie priorità sono lo sviluppo e la costruzione di nuove competenze. Se mi verrà data una ulteriore possibilità per altri cinque anni, mi impegnerò a far crescere la nazione. Posso assicurarvi che arriveremo al livello di Singapore e della Malesia».
Inseguito da accuse di corruzione, Mutharika ha affermato di prendere solo il 40% del suo stipendio per aiutare l’economia e si è impegnato a costruire più scuole e fabbriche (il Paese è in gran parte agricolo). «Ricostruiremo l’economia in modo da sradicare la povertà», ha dichiarato. Mutharika si è anche impegnato a fornire protezione per gli albini, che sono stati uccisi o mutilati (le parti del loro corpo sono poi utilizzate in rituali magici).
L’opposizione però è agguerrita. Il pastore Lazarus Chakwera, 64 anni, che guida il Partito del Congresso del Malawi, il secondo partito in parlamento, ha fatto della la lotta alla corruzione uno dei punti chiave della sua campagna. E ha attaccato duramente il presidente in carica.
Lo stesso vale per l’ex alleato, ora nemico di Mutharika, Chilima, che ha usato parole durissime nei confronti del presidente accusandolo di corruzione e chiedendogli di lasciare il potere.
Chiusa la campagna elettorale, la parola ora passa agli elettori.