Le autorità del Malawi hanno dichiarato che gli studenti a cui era stato impedito di tornare a scuola al termine delle vacanze natalizie per il timore di un’ulteriore diffusione dell’epidemia di colera in corso nel Paese possono ora rientrare. La ministra della Salute Khumbize Chiponda ha annunciato a Lilongwe che “la maggior parte delle scuole è ora pronta a gestire la situazione del colera”.
La Task Force presidenziale su Covid-19 e colera aveva ordinato che le scuole della capitale, Lilongwe, e della città commerciale meridionale di Blantyre non aprissero per proteggere gli studenti e le studentesse dal contrarre il colera.
La decisione ha attirato le critiche degli attivisti per i diritti all’istruzione perché ha preso di mira solo le scuole di due città, mentre quelle di altre aree, comprese alcune che avevano registrato un alto numero di casi di colera, sono state autorizzate ad aprire.
Chiponda ha ora dichiarato che nelle ultime due settimane la task force ha monitorato la situazione ed è convinta che in tutte le scuole siano disponibili acqua, strutture per lavarsi le mani e servizi igienici puliti, da cui la decisione di ordinare la riapertura.
Nei giorni scorsi, il governo del Malawi ha lanciato un appello per ottenere sostegno nella lotta contro l’epidemia di colera che continua a dilagare nel Paese e che ha già ucciso centinaia di persone. L’epidemia è iniziata nel marzo 2022, ma ultimamente si è aggravata diffondendosi in quasi tutti i 28 distretti del Malawi.
In un comunicato, il governo ha infatti chiesto un sostegno in termini di forniture mediche e di strutture igienico-sanitarie per le scuole. Ha inoltre richiesto cloro, sali per la reidratazione orale e denaro. La stampa locale riferisce che l’annuncio è stato però criticato perché invitava i potenziali donatori a contattare il coordinatore nazionale attraverso un indirizzo gmail invece di un indirizzo e-mail con un dominio governativo.
Finora il Paese ha registrato 18.676 casi di colera e 625 decessi. Circa 882 pazienti sono ancora nei centri di cura.
Il colera, una malattia diarroica acuta causata da un’infezione dell’intestino, può portare a una grave disidratazione e alla morte se non trattata.
Gli esperti sanitari sono particolarmente preoccupati per l’impatto che l’epidemia avrà sulle persone vulnerabili della comunità, in particolare sulle madri in gravidanza e in allattamento.
Nel frattempo alcuni osservatori iniziano a manifestare i propri dubbi circa la gestione dei focolai da parte delle autorità. “La maggior parte delle persone colpite dall’epidemia sono i poveri che hanno perso tutti i mezzi per guadagnarsi da vivere. Il governo avrebbe dovuto gestire meglio la crisi”, ha dichiarato all’Agenzia Anadolu John Kapito, direttore esecutivo dell’Associazione dei consumatori del Malawi.
Secondo la ministra della Sanità, invece, ad ostacolare il contenimento della malattia sono anche “le credenze religiose che contribuiscono a far arrivare in ritardo le persone ai centri sanitari e questo porta a un’ulteriore diffusione della malattia”.