Gli studenti sudafricani tornano in piazza per protestare contro l’aumento delle tasse universitarie. E la reazione della polizia è stata durissima. Gli agenti hanno sparato granate assordanti e hanno arrestato 31 ragazzi solo a Johannesburg.
Gli studenti chiedono che l’istruzione sia gratuita e contestano l’incremento dell’8% delle tasse (superiore al tasso di inflazione del 6%) previsto per il 2017. L’incremento era già stato pianificato per quest’anno, ma il Governo Zuma, di fronte alle proteste che avevano incendiato gli atenei nel 2015, lo aveva congelato. Ora, di fronte all’annuncio dell’entrata in vigore della nuova imposizione, gli studenti sono tornati a manifestare. Secondo gli studenti questo provvedimento danneggia soprattutto gli studenti neri provenienti da famiglie con redditi bassi o bassissimi. Per loro diventerebbe impossibile frequentare l’università e, di fatto, verrebbe loro precluso qualsiasi tipo di «ascensore sociale» che migliorerebbe le condizioni di vita.
La prestigiosa università di Witwatersrand a Johannesburg è stata il centro delle proteste. Manifestazioni si sono tenute anche nell’ateneo di Bloemfontein e nella Nelson Mandela Metropolitan University di Port Elizabeth (entrambe hanno sospeso le lezioni a causa delle proteste). Anche l’università di Città del Capo ha annunciato che fermerà le lezioni. Nei giorni scorsi gli studenti hanno cantato canzoni rivoluzionarie e hanno bloccato gli ingressi delle aule.
Le proteste vengono in mezzo crescente malcontento con il Governo del Presidente Jacob Zuma. Le opposizione contestano al capo dello Stato l’incapacità di affrontare la persistente crisi economica. Ma anche la dilagante corruzione e i continui scandali. È di questi giorni l’annuncio di nuovi indagini su Zuma e sulle influenze negative della famiglia Gupta sul suo Governo.