Almeno 53 soldati e un civile sono stati uccisi venerdì 1° novembre in un attacco che le autorità definiscono «di matrice terroristica». Secondo un comunicato dell’esercito di Bamako, l’azione è avvenuta in una posizione a Indelimane, nel settore di Menaka, nel Nord-Est del Paese. Indelimane è una località maliana del Nord, situata tra Ménaka e Ansogo.
Secondo informazioni raccolte dai reporter di Rfi, gli attaccanti hanno preso di mira la postazione con proiettili di mortaio. Quindi piccoli gruppi armati, alcuni a bordo di motociclette, hanno assaltato le postazioni dei militari.
Il comunicato dell’esercito maliano in una prima valutazione provvisoria ha parlato di 15 morti salvo poi aggiornare il bilancio a 35 vittime. Più tardi, Yaya Sangaré, il ministro delle comunicazioni, ha portato la stima a 54 morti, tra cui un civile.
Il portavoce del governo aggiunge che ci sono molti feriti e danni significativi alle strutture delle forze di difesa e di sicurezza. L’attacco non è stato ancora rivendicato ufficialmente, ma gruppi jihadisti si sono stabiliti in questa zona non lontano dal confine nigerino. I miliziani jihadisti lasciano il Niger per compiere attacchi in Mali o utilizzano il Mali per attaccare posizioni militari nei Paesi vicini. L’attacco segue i due attentati da parte di jihadisti il mese scorso vicino al confine con il Burkina Faso in cui sono morti almeno 40 soldati.
Da anni ormai il Sahel è vittima di gruppi terroristici, alcuni legati al network di al Qaeda, altri allo Stato islamico. Questi gruppi, che predicano un Islam radicale, mescolano ragioni ideologiche a traffici illeciti (sigarette, droga, esseri umani).