Cresce la tensione tra Bamako e Parigi. Le autorità golpiste del Mali, infatti, hanno deciso di espellere l’ambasciatore francese. Al diplomatico, Joël Meyer, è stato ordinato di lasciare il Paese entro 72 ore.
Il capo della diplomazia francese, Jean-Yves Le Drian, venerdì scorso, in una dichiarazione, aveva sottolineato che la situazione in Mali era diventata “insostenibile” e che la giunta al potere a Bamako era “fuori controllo“. Dichiarazioni ritenute “ostili” dalla giunta al governo del paese.
“Il governo della Repubblica del Mali informa l’opinione pubblica nazionale e internazionale che oggi (…) l’ambasciatore francese a Bamako, Sua Eccellenza Joël Meyer, è stato convocato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (e) di essere stato informato della decisione del governo che lo invita a lasciare il territorio nazionale entro 72 ore”. Il comunicato è stato letto dalla televisione di Stato e riportato dalla France Presse.
Mentre veniva annunciata l’espulsione del diplomatico il ministero degli Esteri del Mali, attraverso Twitter, rendeva noto di aver convocato l’ambasciatore di Parigi perché “spiegasse” le critiche nei confronti delle autorità di transizione.
L’espulsione dell’ambasciatore segna un nuovo inasprimento nelle relazioni tra Bamako e Parigi, l’ex potenza coloniale impegnata militarmente in Mali e nel Sahel dal 2013. Le relazioni hanno continuato a deteriorarsi da quando i militari, attraverso un colpo di stato, hanno assunto il controllo del paese nell’agosto del 2020.