Il Mali ha annunciato in un comunicato il suo ritiro dal G5 Sahel, la forza congiunta anti-jihadista che riunisce i Paesi saheliani in un’alleanza militare sostenuta dalla Francia. “Il governo della Repubblica del Mali ha deciso di ritirarsi da tutti gli organismi e le istituzioni del G5 Sahel, compresa la forza congiunta. Questa decisione sarà notificata agli Stati membri dell’organizzazione secondo la procedura prevista”, si legge in una dichiarazione della presidenza maliana diffusa ieri sera.
Una conferenza dei capi di Stato del G5 Sahel, prevista per lo scorso febbraio a Bamako, avrebbe dovuto “consacrare l’inizio della presidenza maliana del G5 Sahel”, ma questa riunione “non si è ancora tenuta”, si legge nel comunicato.
Secondo il governo maliano, “l’opposizione di alcuni Stati del G5 Sahel alla presidenza del Mali è legata alle manovre di uno Stato extraregionale che cerca disperatamente di isolare il Mali”, senza specificare il nome di questo Stato. Evidente il riferimento alla Francia, ex potenza coloniale che ha visto deteriorarsi le relazioni con Bamako a tal punto da portare alla fine della sua presenza militare nel Paese.
Dal 9 gennaio il Mali è stato colpito da una serie di sanzioni economiche e diplomatiche da parte degli Stati dell’Africa occidentale. Sanzioni motivate dall’apparente intenzione della giunta di rimanere al potere ancora per diversi anni, dopo due putsch nell’agosto 2020 e nel maggio 2021.