Il governo del Mali “denuncia” il trattato di cooperazione in materia di difesa stipulato il 16 luglio 2014 con la Francia. Lo ha annunciato ieri il portavoce del governo, il colonnello Abdoulaye Maiga, in un comunicato. Le autorità maliane hanno quindi annunciato la rottura dello Status of Force Agreements (Sofa) che stabilisce il quadro giuridico per la presenza in Mali delle forze francesi per la missione Barkhane e della task force europea Takuba, nonché il trattato di cooperazione in materia di difesa concluso nel 2014 tra Mali e Francia.
“Da qualche tempo, il governo della Repubblica del Mali ha constatato con rammarico un profondo deterioramento della cooperazione militare con la Francia”, si legge nella nota nella quale si fa riferimento ai “seguenti incidenti: l’atteggiamento unilaterale del partner francese, che ha deciso il 3 e 7 giugno 2021, senza consultazione preliminare con il Mali, di sospendere le operazioni congiunte con le forze armate del Mali (Fama) e di porre fine all’operazione Barkhane. Inoltre, il 17 febbraio 2022, la Francia ha annunciato, di nuovo senza alcuna consultazione con la parte maliana, il ritiro delle forze di Barkhane e Takuba”.
Nel documento viene fatto ancora riferimento a quelle che Bamako definisce “molteplici violazioni dello spazio aereo da parte di aerei militari francesi, nonostante la creazione di una zona di divieto temporaneo da parte delle autorità militari maliane”.
Pertanto, “in considerazione di queste gravi carenze”, si legge nel documento, “così come dei flagranti attacchi alla sovranità nazionale del Mali, il governo ha deciso di denunciare il trattato di cooperazione in materia di difesa del 16 luglio 2014, conformemente alle disposizioni del suo articolo 26 paragrafo 4.
Bamako denuncia anche “con effetto immediato, l’accordo del 7 e 8 marzo 2013 che determina lo statuto del distaccamento francese, applicabile alla forza Barkhane e il protocollo addizionale del 6 e 10 marzo 2020 che determina lo statuto dei distaccamenti non francesi della forza Takuba”, secondo la stessa fonte.
La decisione da parte della giunta arriva al culmine di una serie di tensioni con il governo di Parigi. Manifestazioni contro la presenza dei militari di Barkhane si sono fatte sempre più numerose negli ultimi mesi, mentre i rapporti con la giunta, che ha preso il potere nel 2020, si sono progressivamente deteriorati.