La Banca Centrale degli Stati dell’Africa occidentale (BCEAO) ha deciso di seguire alla lettera le istruzioni di embargo verso il Mali, istruzioni disposte dalla Comunità Economica degli stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO) dopo il colpo di stato del 18 agosto e che dovrebbero riguardare le transazioni economiche, commerciali e monetarie. Da diversi giorni gli sportelli della Banca Centrale degli Stati dell’Africa Occidentale (BCEAO) a Bamako sono dunque chiusi. E anche i gruppi bancari internazionali hanno interrotto la loro attività. Le banche locali invece rimangono operative.
Il fermo bancario sta creando grossi problemi a livello istituzionale: rende più difficile per le autorità sostenere le spese per pagare funzionari e diplomatici e per coprire le spese correnti, come per esempio l’acquisto dl carburante. Ma a essere colpita è soprattutto la popolazione civile, che in molti casi non riesce ad avere accesso al proprio denaro e si trova nell’impossibilità di portare avanti le attività commerciali e imprenditoriali. Avvicinandosi la fine del mese, ci sono grandi preoccupazioni inoltre riguardo il pagamento degli stipendi e la loro effettiva riscossione.
In un comunicato stampa del 24 agosto, l’Unione nazionale delle banche, delle assicurazioni, delle istituzioni finanziarie e del commercio del Mali (Synabef) e la Federazione nazionale del petrolio, delle assicurazioni, del commercio e delle banche del Mali (Fenpecab) hanno espresso preoccupazione per la decisione presa dalla BCEAO. Ricordiamo che, rispetto all’embargo, il presidente senegalese Macky Sall aveva chiesto e ottenuto un’eccezione per i farmaci e alcuni prodotti. In assenza di banche funzionanti l’eccezione rischia tuttavia di non portare alcun vantaggio.
L’obiettivo della CEDEAO e della BCEAO è chiaro: fare pressione sulla giunta, mettendo in ginocchio la popolazione. Ieri intanto c’è stato un primo incontro tra i rappresentanti del M5 e la giunta militare