Resta solo la resistenza del consiglio strategico del Movimento del 5 giugno alla proposta di piano di uscita di crisi per il Mali elaborato dalla missione di mediazione della Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas).
Lo ha detto ieri ai microfoni dei giornalisti Jean-Claude Kassi Brou, presidente della commissione della Cedeao, al termine di una conferenza stampa organizzata a Bamako dopo quattro giorni di negoziati.
Il principale punto di disaccordo con il consiglio strategico del M5-Rfp, la piattaforma che da oltre un mese organizza regolarmente manifestazioni contro il governo, è la richiesta di dimissioni del presidente Ibrahim Boubakar Keita (Ibk). Su questo punto però, i mediatori sono intransigenti: «È la linea rossa da non oltrepassare. Il Mali ha una Costituzione, che va rispettata. C’è un presidente eletto, secondo la Costituzione ogni cinque anni. La Cedeao non può accettare un cambio al potere al di fuori del quadro costituzionale» ha precisato Kassi Brou.
Secondo il presidente della commissione della Cedeao, tutte le parti coinvolte, tranne il consiglio strategico del M5-Rfp, hanno accettato le proposte finali della missione: formare un governo d’unione nazionale aperto a esponenti dell’opposizione e della società civile; rifondare la Corte costituzionale su base consensuale; rinominare il Consiglio superiore della magistratura affinché possa risolvere il contenzioso elettorale sulle parlamentari, scintilla della crisi in atto; indagare sulle violenze che hanno portato alla morte di manifestanti, ma anche all’attacco di luoghi simbolo delle istituzioni nazionali.
La missione di mediatori sembra piuttosto ottimista e continuerà a lavorare. L’imam Mahmoud Dicko, l’influente leader musulmano che ha preso la guida del movimento di protesta «è d’accordo a grandi linee col piano proposto» ha affermato Kassi Brou. Il volto e portavoce del M5 giugno è stato ringraziato dai mediatori per aver aiutato a portare avanti il dialogo e dimostrato di avere a cuore l’interesse del Mali.