Di Andrea Spinelli Barrile
Sicurezza a parte, uno degli altri grandi temi che fanno parte del dibattito pubblico in Mali riguarda la lingua francese e il suo uso. La questione è complicata ma fondativa, visto che occupa il dibattito attorno la bozza della nuova Costituzione: il francese deve restare l’unica lingua ufficiale, in un Paese in cui se ne parlano più di 70, di cui 13 sono già riconosciute come lingue nazionali?
Le lingue parlate in Mali occupano solo uno dei 195 articoli di questo documento presentato dalla giunta militare al potere come “una delle riforme cruciali per salvare il Paese” di fronte al dilagare del jihadismo e a una moltitudine di crisi, economiche, politiche e sociali. In Mali si parlano più di 70 lingue, 13 sono state riconosciute come lingue nazionali, ma solo una, esogena, il francese, è ufficiale: il francese si usa nell’amministrazione, sui segnali stradali, alla televisione di Stato, ma pochissimo nelle strade di Bamako e ancor meno nelle zone rurali. Le lingue vernacolari, parlate da milioni di persone legano comunità radicate nei loro territori: Sonrhaï e Tamashek al nord, Fulfulde (Peul) al centro, Bamanankan (Bambara) al sud e a Bamako, il senoufo e il soninké ancora più a sud.
Nella bozza di Costituzione si propone un ritorno al 1992, con “il francese come lingua di espressione ufficiale” e le lingue locali “destinate a diventare lingue ufficiali”. Il Mali il tema è antico: Bamako ha già cercato di rendere le lingue locali le principali lingue di insegnamento nelle scuole sotto il regime autoritario di Moussa Traoré (1968-1991). Tuttavia si è ottenuto, paradossalmente, l’effetto contrario: per mancanza di investimenti statali, le scuole sperimentali in cui si insegna in lingua locale sono diventate “scuole di seconda classe” agli occhi di genitori e insegnanti, ha detto all’Afp Ismaïla Samba Traoré, scrittrice ed editrice maliana. Samba Traoré è tra i pochi autori maliani a pubblicare libri in lingua locale, molti commissionate da ong internazionali e che restano opere elitarie.
Alla facoltà di lingue dell’Università di Bamako il professor Mahamadou Kounta impartisce ancora lezioni in lingua bamanankan a una ventina di studenti, ma il professore è una mosca bianca. Il dibattito è in corso ed è attivissimo ma, come sottolineato sempre da Samba Traoré, la questione non potrà risolversi con l’imposizione dall’alto: “Bisogna lasciare il tempo di incubare la proposta” ha detto la scrittrice.