La cittadina di Boni, nella regione di Mopti, in Mali, è sotto un blocco jihadista da quasi dieci giorni. Lo riferisce Radio France Internationale (Rfi) spiegando che la strada di questa città è stata bloccata da un gruppo terroristico legato ad al-Qaeda, che vorrebbe punire gli abitanti per la loro presunta collaborazione con l’esercito e per un comportamento non in linea con la loro concezione dell’Islam.
Secondo fonti civili e di sicurezza locali interpellate da Rfi, questi jihadisti affiliati al Groupe de soutien à l’Islam et aux musulmans (Jnim), legato ad Aqmi, avrebbero inviato il 25 maggio degli emissari a Boni per consegnare il loro messaggio di rimprovero ad alcuni abitanti per aver fornito informazioni all’esercito maliano e ai suoi ausiliari russi. Hanno inoltre denunciato le violenze che hanno colpito specificamente la comunità Peul e il mancato rispetto delle istruzioni impartite sull’uso del velo o sulle celebrazioni sociali, battesimi e matrimoni, considerate troppo dimostrative.
Di conseguenza, da quasi dieci giorni nessun viaggiatore può recarsi a Boni, a parte qualche veicolo leggero che si è avventurato su una strada secondaria difficilmente percorribile, riferisce Rfi. Almeno sedici autobus, che trasportano circa mille passeggeri, sono attualmente bloccati a Douentza, l’ultima città accessibile sulla RN16 prima del tratto bloccato dai jihadisti.
Sarebbero in in corso iniziative comunitarie per cercare di risolvere la situazione. Secondo fonti civili e di sicurezza locali, negli ultimi giorni l’esercito maliano avrebbe effettuato bombardamenti, in particolare nella vicina foresta di Niarangou, che sarebbe un rifugio per i Serma katiba. Contattato da Rfi, l’esercito non ha risposto.