Un appello a non dimenticare suor Gloria Cecilia Narvaez Agoti, religiosa colombiana rapita in Mali il 7 febbraio 2017, è stato lanciato dal missionario italiano padre Luigi Maccalli, liberato lo scorso ottobre dopo due anni e mezzo di prigionia nelle mani dei jihadisti Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani, legato ad al-Qaeda. “Da quando sono tornato libero, non cesso di pregare e di invitare tutti a mantenere vivo il ricordo e la preghiera per gli altri ostaggi prigionieri nel Sahel”, scrive padre Maccalli, pensando in particolare a suor Narvaez Agoti. Il missionario della Società delle missioni africane (Sma) dice di aver raccolto personalmente la testimonianza di Sophie Petronin e di Edith Blais che hanno condiviso con lei la sorte di ostaggio, prima di essere liberate anche loro. “Mi attestavano la loro preoccupazione nel saperla sola a gestire la dura prova del sequestro”, aggiunge padre Gigi.
Il missionario vuole attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e chiede a tutti i cristiani di pregare per la liberazione della suora Francescana di Maria Immacolata.
A quattro anni dal rapimento lo scorso febbraio, la congregazione di suor Gloria Cecilia ha deplorato che gli sforzi per la sua liberazione non hanno avuto alcun successo e hanno rivolto un appello ai rapitori di liberarla il prima possibile, perché non sta bene in salute.
Secondo le ricostruzioni della stampa religiosa, suor Narvaez Agoti è stata sequestrata mentre svolgeva la sua missione a Karangasso, nel sud del Mali, la sera del 7 febbraio 2017, intorno alle 21, da un gruppo di uomini armati che ha fatto irruzione nella parrocchia, in una zona ritenuta fino ad allora tranquilla e relativamente sicura. Il successivo primo luglio il gruppo al-Qaeda del Mali, attraverso la rete cifrata Telegram, ha pubblicato un video dove apparivano la suora e altri cinque ostaggi stranieri, rapiti dalla rete jihadista. Circa un anno dopo, a gennaio 2018, è stato diffuso su internet un altro video in cui suor Gloria, che appariva in buone condizioni, si rivolgeva a papa Francesco chiedendogli di intervenire per la sua liberazione.
Padre Maccalli era stato sequestrato in Niger la sera del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, a circa 150 chilometri dalla capitale Niamey. Nicola Chiacchio, un altro italiano rapito, era stato sequestrato alcuni anni fa, probabilmente in Mali, mentre viaggiava come turista. Entrambi sono stati liberati, assieme a Soumaila Cisse, popolare politico maliano deceduto nel frattempo, e alla francese Sophie Petronin, che gestiva una ong per bambini malnutriti e orfani, rapita a Gao, in Mali, alla fine del 2016. Circa 200 jihadisti detenuti sono stati liberati in cambio, al termine di lunghi negoziati.