Mali, decine di civili uccisi a Gao da gruppi estremisti

di claudia

Più di quaranta civili sarebbero stati uccisi nel comune di Tessit, nella regione maliana di Gao, da gruppi estremisti. Lo riferiscono alcuni media locali, tra cui Sahel Media SM e Millitary Agent secondo cui i civili tuareg sarebbero prima stati cacciati dai militanti del gruppo jihadista Jama’at Nasr al-Islam wal Muslimin (Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani, Jnim) accusati di aiutare l’altro gruppo estremista Eigs, la locale sezione del gruppo Stato islamico. Sarebbero però poi stati uccisi dai militanti di Eigs nelle zone di Bakkal e Kaygouroutane.

Dall’inizio di febbraio il Sahel maliano è stato teatro di violenti combattimenti che vedono contrapposti i due movimenti islamisti rivali, da un lato il Jnim e dall’altro Eigs. Lo riporta Rfi, che cita fonti locali e altre di intelligence. I combattimenti si concentrano nella cosiddetta “zona dei tre confini” (Mali-Burkina-Niger) e più precisamente nella regione di Gao, intorno alla cittadina di Tessit.

All’inizio del mese sono stati i Jnim a prendere il sopravvento, grazie a numerosi rinforzi arrivati dal Mali centrale e dal Burkina Faso. Tuttavia da lunedì lo scenario sembra essersi modificato radicalmente: i combattenti dell’Eigs, per lo più con sede in Niger e Burkina Faso, sono rientrati in forze nell’area di Tessit, che avevano controllato per diversi mesi, dando il via a nuovi combattimenti. Scontri a fuoco che hanno provocato morti da entrambe le parti, ma anche tra i civili, e che non sono ancora terminati.

Gli abitanti di villaggi come Tadjalalt, Tinagghy, Bakal e Kaygouroutan sono stati costretti ad andarsene, anche perché i miliziani di entrambe le formazioni giustiziano i civili accusati di collaborazionismo con le autorità o con il gruppo ribelle: almeno otto persone sono state giustiziate da lunedì. Come nell’est del Burkina Faso, dove gli abitanti di Tibadi, Folpodi, Bonkada o Oumpoundeni, che domenica hanno ricevuto dai miliziani un ultimatum per andarsene dalle loro case entro 24 ore, lo stesso sta succedendo nella regione di Gao in Mali: agli abitanti è stato intimato di lasciare le proprie case entro 24 o 72 ore o rischiano di essere considerati combattenti nemici. In molte località nell’area sono state distrutte scuole, centri sanitari, cisterne e sono stati commessi saccheggi.

Oltre 160 famiglie, conteggiano alcune Ong locali citate da Rfi, avrebbero preso la via di Ansongo o si sarebbero diretti verso il confine con il Niger. 

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