Almeno 72 civili sono stati uccisi da ordigni esplosivi improvvisati (Ied) e 167 feriti su un totale di 239 vittime registrate dall’inizio del 2022 e fino al 31 agosto, ha dichiarato l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi. I bambini in particolare tendono a essere più vulnerabili alla minaccia per scarsa conoscenza di questi dispositivi o curiosità
Nel documento viene sottolineato che “la popolazione civile è altamente vulnerabile agli ordigni esplosivi e continua ad esserne gravemente colpita nel 2022”, e che “secondo il Servizio delle Nazioni Unite per l’Azione contro le Mine (Unmas), al 31 agosto sono state registrate 239 vittime civili, tra cui 72 morti e 167 feriti, rispetto alle 400 vittime (103 morti e 297 feriti) del 2021”.
La stessa fonte indica che “il numero di incidenti legati all’uso di mine registrati dall’inizio di quest’anno è stimato in 134, rispetto ai 245 del 2021”.
Secondo l’organizzazione umanitaria, “la minaccia esplosiva rimane principalmente nel centro del Paese”, spiegando che “da gennaio ad agosto 2022, la regione di Mopti rimane la più colpita da ordigni esplosivi improvvisati (Ied)/mine (37%), seguita da Segou (25%), Timbuktu (13%), Gao (10%), Kidal (8%), Koulikoro (4%), Sikasso (2%) e Kayes (1%)”.
“Nel 2022, l’espansione della contaminazione verso il sud del Paese continua ad essere osservata nelle regioni di Koulikoro, Sikasso e Kayes”, continua il rapporto nel quale si legge che “i gruppi di persone ad alto rischio di esposizione a questi dispositivi includono persone che si spostano attraverso i confini, bambini, donne e ragazze in cerca di acqua e legna da ardere”. Gli uomini sono generalmente i più esposti alla minaccia degli esplosivi, soprattutto a causa delle loro attività economiche sulle strade prioritarie e su alcune strade secondarie contaminate da ordigni esplosivi.
La stessa fonte osserva che “i bambini tendono a essere più vulnerabili alla minaccia a causa della loro scarsa conoscenza di questi dispositivi, della loro curiosità e di alcune attività rischiose come il collezionismo di metalli”. Oltre al rischio di morte, di ferite e dei loro postumi, tra cui danni psicologici e disabilità, la presenza di ordigni esplosivi ostacola l’accesso ai mezzi di sussistenza per molte persone vulnerabili e l’accesso a queste ultime da parte degli operatori umanitari.
Secondo Ocha oil periodo da marzo a giugno 2022 ha visto un aumento del numero di ordigni esplosivi registrati, in particolare di residuati bellici esplosivi (Erw), soprattutto a causa dei continui scontri tra fazioni e gruppi rivali nella regione di Ménaka.
L’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari riferisce che “dal luglio 2013 alla fine del luglio 2022, l’Unmas ha registrato 1.434 ordigni esplosivi improvvisati utilizzati da gruppi armati non statali, che hanno causato 858 morti e 2.307 feriti. Nel 2022, i civili hanno rappresentato il 31% di tutte le vittime di ordigni esplosivi improvvisati e mine in tutto il Mali, rispetto al 25% del 2021; e Mopti rimane la regione con il maggior numero di ordigni esplosivi improvvisati registrati (36%) e la maggior parte delle vittime (65%) del totale.