Nuove accuse di abusi sono state rivolte all’esercito maliano e ai suoi ausiliari russi. Dopo le accuse di stupro e saccheggio a Nia Ouro, rivelate da Radio France Internationale (Rfi) quindici giorni fa, un altro villaggio, Gouni nel comune di Tomnri (regione di Mopti, circolo di Bandiagara), è stato oggetto di un’operazione domenica che avrebbe provocato la morte di Almeno 35 persone. Lo si apprende da Rfi.
Secondo diverse fonti locali e di sicurezza concordanti citate dall’emittente francese, i militari maliani e i loro ausiliari russi sarebbero atterrati in elicottero nel villaggio di Gouni nel pomeriggio di sabato 17 settembre. I cacciatori tradizionali di Dozo si sarebbero uniti a loro la sera.
“Un gran numero di abitanti era già fuggito, per nascondersi nella boscaglia o nelle località vicine. Durante la giornata, l’esercito maliano e i suoi ausiliari si sono scontrati nella zona con elementi della Macina Katiba del Groupe de soutien à l’islam et aux musulmans (Jnim)”, si legge su Rfi. Le forze armate maliane sarebbero state costrette a tornare indietro, prima di effettuare bombardamenti aerei su una foresta vicina. Non sono state segnalate vittime, a parte circa 60 capi di bestiame.
A Gouni, è stato il giorno successivo, domenica 18 settembre, che i militari maliani e i loro ausiliari russi e Dozo hanno attaccato. Avrebbero iniziato con la parte Peul del villaggio, Gouni Wouro. Poi è stata la volta di Gouni Saré, dove vivono i Rimaibé, discendenti degli schiavi, e i Dogon. Secondo diverse fonti locali e di sicurezza, gli abitanti sarebbero stati radunati nella moschea di Gouni Saré e giustiziati, mentre le case sono state date alle fiamme. In totale sarebbero morte 35 persone, tra cui l’imam e diversi bambini. Di molti abitanti del villaggio non si hanno più notizie da allora.
L’area di Sofara è molto frequentata, e regolarmente attaccata, dai jihadisti Jnim legati ad Al-Qaeda nel Maghreb islamico. Le forze maliane e le loro controparti russe stanno attualmente conducendo operazioni in loco, riferisce la medesima fonte.
Dopo le accuse di stupro e saccheggio a Nia Ouro all’inizio del mese, l’esercito ha chiesto di “vigilare” contro la “disinformazione dei terroristi e dei loro complici” e ha assicurato di star conducendo le sue operazioni “con professionalità”. Alla domanda su queste nuove accuse di abusi, l’esercito non ha risposto, precisa Rfi.