L’esercito tedesco sta esaminando le azioni delle forze russe che sono recentemente arrivate vicino al suo campo principale nell’area di Gao, in Mali, e sta tenendo d’occhio il funzionamento dell’aeroporto locale al fine di monitorarne le attività. Lo ha detto all’agenzia Reuters il ministro della Difesa tedesco.
Berlino ha dispiegato circa 1.000 soldati in Mali, la maggior parte vicino alla città settentrionale di Gao, dove il loro compito principale è raccogliere ricognizioni per la Missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite (Minusma), istituita nel 2013 per sostenere le truppe straniere e locali che combattono i militanti islamici. Il futuro della missione tedesca è tuttavia in dubbio, dopo l’ultima disputa con la giunta militare al potere a Bamako e l’arrivo delle forze russe a Gao, elementi che si sommano al disagio di Berlino per la crescente presenza militare russa in Mali.
“Quali sono i compiti delle truppe russe che si sono presentate direttamente accanto al nostro campo? Supportano solo i soldati maliani con equipaggiamento e addestramento? O i russi influenzano il funzionamento dell’aeroporto di Gao?” si è chiesta il ministro della Difesa tedesco Christine Lambrecht in un’intervista. Finora, secondo Lambrecht, la presenza russa non ha avuto un impatto concreto sull’operazione militare tedesca in Mali ma la situazione è in continua evoluzione e va costantemente rivalutata la decisione tedesca di restare: ad aprile, la Germania aveva invitato la giunta militare a cessare di lavorare con gli appaltatori militari russi così da permettere la riattivazione completa dell’addestramento dell’Unione europea alle forze armate del Paese.
L’azienda militare privata russa Wagner ha iniziato ad inviare centinaia di combattenti lo scorso anno al fine di sostenere l’esercito maliano nelle operazioni antiterrorismo e da allora. Gli uomini della Wagner sono stati accusti più volte da gruppi per i diritti umani e residenti locali di aver partecipato a massacri di civili: l’esercito tedesco ha sospeso la sua missione di ricognizione per più di tre settimane, da metà agosto, dopo un battibecco con la giunta militare del Mali sulle autorizzazioni di volo, e ha ripreso le operazioni solo all’inizio di settembre.
Lambrecht ha detto che le Nazioni unite hanno stretto accordi con il governo maliano per quanto riguarda le autorizzazioni al volo e gli scambi regolari di truppe: “Stiamo osservando molto da vicino cosa possiamo fare esattamente per promuovere la democratizzazione e la stabilizzazione del Mali. Vediamo che, temporaneamente, non ci sono autorizzazioni per i voli dei droni: abbiamo bisogno di questi voli perché senza la sorveglianza dei droni e la conseguente protezione, le nostre forze non possono uscire dal campo”.