Un raduno per chiedere il rilascio del giornalista francese Olivier Dubois, rapito a Gao esattamente due mesi fa, è previsto per oggi alle 11:30 contemporaneamente a Parigi e alla Maison de la presse di Bamako, capitale del Mali. L’iniziativa è stata organizzata da Reporter senza frontiere (Rsf), dal comitato di sostegno #FreeOlivierDubois, da France Medias Monde (Radio France Internationale, France 24, radio Monte Carlo Doualiya), dalla redazione di Radio France, da ex ostaggi come Florence Aubenas (Iraq) e Didier François (Siria), dall’Unione dei circoli della stampa di Francia e dei Paesi francofoni, da Sos Otages e dai media con cui collabora Olivier Dubois, Le Point, Liberation e Jeune Afrique.
Al di là della richiesta di liberazione di Dubois, 46 anni, in mano ai jihadisti del Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani (Gsim), secondo le stesse parole dell’ostaggio, l’evento vuole dimostrare solidarietà con la famiglia, gli amici e di tutti coloro che, vicini o lontani, sono stati sensibili al lavoro del reporter francese, che vive stabilmente in Mali da diversi anni.
“Olivier ha sempre lavorato con coscienza, con la premura di andare fino in fondo alle notizie”, ha detto ieri in un’intervista a France24/Rfi la compagna e madre dei figli del collega. Deborah al-Hawi al-Masri ha sottolineato la benevolenza dimostrata sia dalle autorità francesi che dalla giustizia maliana nei suoi confronti. Ha detto di non avere la certezza che il suo compagno sia nelle mani del Gsim guidato da Iyad Ag Ghali, sebbene sia l’ipotesi ufficiale.
Dubois è al momento l’unico ostaggio francese nel mondo. L’ 8 aprile, è partito da Bamako per Gao in aereo. Ha trascorso alcune ore all’Askia Motel, che ha lasciato dopo aver pranzato. I testimoni dicono che ha lasciato il suo albergo liberamente. Due giorni dopo, non si è imbarcato sul volo di ritorno che avrebbe dovuto riportarlo a Bamako. L’allerta è stata lanciata dall’ambasciata francese in Mali. La sua famiglia, i suoi amici, Reporter Senza Frontiere hanno scelto di tacere sulla sua scomparsa, fino alla divulgazione il 5 maggio di un video, apparentemente girato dai rapitori, in cui lo stesso Dubois dice di essere detenuto dal Gsim, locale filiale di al-Qaeda nel Maghreb islamico. Il reporter sarebbe stato ingannato su una presunta possibile intervista con un importante comandante jihadista, Abdallah Ag Albakaye, nella città settentrionale di Gao.
Non c’erano più ostaggi francesi nel mondo sin dal rilascio, nell’ottobre 2020, di Sophie Pétronin, settantenne rapita quasi 4 anni prima, da uomini armati, sempre a Gao, dove aveva vissuto e guidato per anni un’organizzazione umanitaria per l’infanzia. Sophie Pétronin è stata rilasciata contemporaneamente al politico maliano Soumaïla Cissé, morto nel frattempo, e ai due italiani, Nicola Chiacchio e padre Pier Luigi Maccalli, anche loro rapiti dai jihadisti. Nonostante le persistenti congetture, il governo maliano non ha mai confermato il pagamento di un riscatto, oltre al rilascio di 200 prigionieri, tra cui alcuni jihadisti, contro la libertà di questi quattro ostaggi.
(Céline Camoin)