Il leader della giunta militare al potere in Mali, colonnello Assimi Goita, ha licenziato ieri il primo ministro del Paese, Choguel Kokalla Maiga (nella foto), e tutto il suo governo, pochi giorni dopo che lo stesso Maiga aveva criticato pubblicamente i vertici militari della giunta, chiedendo la fine della transizione del potere.
Lo si apprende da un comunicato ufficiale della presidenza letto ieri sera alla tv nazionale Ortm dal segretario generale della presidenza maliana, Alfoussenyni Diawara: “I poteri del primo ministro e dei membri del governo sono cessati” ha detto Diawara.
Sabato, Maiga aveva invitato la giunta militare alla guida del Paese a discutere la fine del cosiddetto periodo di transizione, una rara critica ai militari che tuttavia ha incrinato definitivamente il rapporto tra il governo civile e il potere militare: “La transizione avrebbe dovuto concludersi il 26 marzo 2024. Ma è stata posticipata a tempo indeterminato, unilateralmente, senza dibattito all’interno del governo” aveva detto Maiga sabato ai sostenitori del suo movimento politico, l’M5-Rfp. Uno dei collaboratori più intimi di Maiga, dipendente della presidenza del Consiglio, era stato arrestato mesi fa più o meno per lo stesso motivo: Abdel Kader Maiga, che è anche un amico intimo dell’ormai ex-primo ministro, è stato condannato a marzo a due anni di carcere, di cui uno da scontare in prigione (pena poi ridotta a quattro mesi), perché reo di aver denunciato i disaccordi tra il primo ministro e i militari al potere. Casi non isolati: anche un altro caro amico del primo ministro e suo consigliere, Boubacar Karamoko Traoré, è stato arrestato in circostanze controverse. Traoré infatti era nel suo ufficio, che si trova proprio accanto a quello del primo ministro, quando la gendarmeria lo ha fermato ed arrestato: accusato di “lesione del credito dello Stato”, di “oltraggio ai magistrati” e di “diffusione di false dichiarazioni tali da turbare la quiete pubblica”, Traoré è stato condannato a un anno di carcere a giugno, a causa della pubblicazione di un memorandum che ha provocato forti reazioni negli ambienti militari e politici.
Il Mali ha subito colpi di stato nel 2020 e nel 2021 e, da allora, è governato dai militari. Nel giugno 2022, la giunta si è impegnata a indire elezioni e a restituire il potere ai civili entro la fine di marzo 2024, ma ha poi rinviato il voto a tempo indeterminato.